Ginevra Vacalebre è l'ideatrice delle animazioni per il video di Achille Lauro "16 marzo"

L'angelo di Achille Lauro nel video "16 marzo" di Ginevra Vacalebre
di Valentina Venturi
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Martedì 21 Aprile 2020, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 19:37

A 24 anni Ginevra Vacalebre ha creato le animazioni per il videoclip “16 marzo” di Achille Lauro, ideate durante il lockdown: «È stata una scommessa, adrenalinica e stimolante». Prima di Achille Lauro ci sono state nel 2019 le animazioni dell’evento "UNICEF Generation" a Piazza del Popolo e i laboratori per bambini al museo MAXXI con il progetto "Little Night Stars". 

Che indicazioni ha avuto per il video di “16 marzo”?
«Il mood anni Novanta. Sono nata nel 1996, quindi non ho vissuto lo splendore di quel periodo, però ne ho assorbito le influenze».

In quanto tempo ha lavorato?
«Dieci giorni per il disegno iniziale di Achille Lauro che apre le ali e le altre cinque animazioni video. Partendo dal moodboard del tema richiesto si fanno proposte, le prove colore e poi l’animazione. È stata una scommessa, adrenalinica e stimolante».

Aveva sentito la canzone in anteprima?
«Sì. È stato emozionante perché ho dovuto tenere il segreto per un po’».

Ha incontrato Achille Lauro?
«Fisicamente no, ma per coordinarci sul movimento delle ali dell’animazione iniziale abbiamo fatto una videochiamata veloce io, Achille Lauro, YouNuts e Nick Cerioni. È stato emozionante parlare con loro vis a vis e rappresentare il dispiegamento di queste ali che lo porteranno chissà dove».

Come è stato possibile?
«Per passione. Tutto nasce dal progetto precedente per il singolo del rapper Dani Faiv. Sono entrata in contatto con i Maestro Production tramite i YouNuts!: loro realizzavano i videoclip di rapper che seguivo e ascoltavo come Salmo, Nitro, Madman e in ambito indie Tommaso Paradiso di Thegiornalisti e Jovanotti».

Ha fatto un colloquio?
«Il contatto è nato in modo casuale. Su instagram ho due profili, uno ufficiale e un altro, “cineprav” con cui li seguivo: sono loro in fondo a realizzare i sogni degli artisti e dei cantanti. Per caso mi hanno iniziato a seguire facendomi i complimenti per i disegni. A quel punto abbiamo avuto un primo incontro a novembre e si è avvita la collaborazione: a febbraio ho creato le animazioni per Dani Faiv e dopo una settimana dalla fine è entrato il video di Achille Lauro».

Ed è iniziata la quarantena.
«I lavori sono stati realizzati nel clima di lockdown. L’8 febbraio non c’era ancora la chiusura ufficiale ma io ero già chiusa in casa a lavorare. È stato vissuto in questo periodo e mi ha fatto riflettere sulle priorità della vita e sulla mia fortuna: facevo tutto dalla mia camera prima e continuo a farlo».

Che studi ha scelto?
«Dopo il liceo classico mi sono messa in gioco con lo IED, che mi ha fatto mettere le mani in pasta, dandomi un approccio pratico che mi ha molto motivata».

Già incontrate disuguaglianze professionali?
«Mi sono sempre approcciata rispetto alle richieste e ai lavori senza pormi un quesito del genere. Non ho l’esperienza di un uomo ma posso dire che è difficile e impegnativo quando bisogna lottare per la propria credibilità. Il lavoro è l’output che si deve realizzare, a prescindere dalla religione o dal sesso».

Ha un sogno nel cassetto?
«Se me lo avessero chiesto un anno fa, avrei risposto quello che sto facendo ora!».

La prima cosa che farà quando si potrà uscire?
«Cappuccino e cornetto, senza dubbio!».
 

 


 

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