Dalla pista ciclabile alla piscina, l'arte cerca nuove location

La biciclettata all'Ostiense
di Francesca Bellino
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Lunedì 9 Settembre 2019, 10:32
Curiosità, ascolto, meraviglia. In un susseguirsi di sorprese il festival Di là del fiume, che ha offerto dodici giorni di colta sperimentazione artistica in insolite location del XII Municipio, ha stimolato l'attenzione di un pubblico vario, spesso occasionale. Prendendo spunto dalle atmosfere datate anni Settanta, quando teatro, arte e poesia si manifestavano a Roma in luoghi insoliti, dai tetti delle abitazioni ai cavalcavia, dalle piscine ai barconi, quest'iniziativa voluta dall'associazione Teatroinscatola ne ha ricalcato i tratti sfidando il già noto, azzardare nuovi percorsi e cimentandosi in progetti ardui, per palati fini. L'iniziativa si è chiusa alla T293 Gallery con un'installazione sonora curata dal poliedrico musicista Luca Venitucci insieme al coro Radix Harmonica sul brano The great learning di Cornelius Cardew che si ispira alla tradizione confuciana e rientra nell'ambito della ricerca che mira a oltrepassare le tradizionali convenzioni della composizione accademica.

La sera precedente era stata la parola a stupire. Accompagnato da clarinetto e flauto di Mauro Verrone, Paolo Morelli ha intrattenuto il pubblico dell'Off Living Room con letture in romanesco da Li Romani in Russia di Elia Marcelli, da testi del poeta sperimentale Mauro Marè e dal suo libro Er Ciuanghezzú (Nottetempo). Per lo scrittore «il romanesco non è un dialetto e non lo è mai stato.
E' un gergo della parte plebea della città, nato nel 400, con il succedersi dei papi Medici, veniva avviato a Roma un processo di toscanizzazione serrata, un indottrinamento, al quale la popolazione ha reagito inventando una lingua per non farsi capire». Il festival è stato aperto dalla performance dell'attrice Elena Arvigo La metafisica della bellezza negli spazi museali della Fondazione Santa Francesca Romana racconta Lorenzo Ciccarelli, uno degli organizzatori - oggi la ricostruzione di un dormitorio ottocentesco, adiacente alla Chiesa Santa Maria in Cappella rimasta chiusa per 35 anni dove abbiamo ammirato un mosaico attribuito al Borromini».Ogni evento ha sorpreso e per ragioni diverse. L'installazione per dispositivi elettroacustici di Federico Placidi Violazioni dell'acqua ha rapito il pubblico per le luci. Appollaiati sul ballatoio al piano superiore della piscina anni Trenta a largo Ascianghi firmato dall'architetto Luigi Moretti, gli spettatori si sono lasciati meravigliare dai disegni luminosi di Aliberto Sagretti, mentre si sono fatti dondolare nel viaggio in battello sia dal Tevere, dal suono delle parole avvolgenti e spiazzanti di Silvia Tripodi, Michele Zaffarano e Marco Giovenale che ha letto frammenti del suo libro Oggettistica. 
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