La canzone romana sale in cattedra: dallo stornello al rap a lezione di dialetto

La canzone romana sale in cattedra: dallo stornello al rap a lezione di dialetto
di Lucilla Quaglia
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Lunedì 19 Agosto 2019, 13:51
La canzone romana, con le sue note profonde e gli accenti inconfondibili, è ancora di attualità? Piace ai giovani? Decisamente sì, se si analizza per esempio il successo del concorso «Dallo Stornello al Rap», portato avanti da ben cinque edizioni, con entusiasmo, dalla cantante Elena Bonelli. Idea riservata ai giovani musicisti, in lizza ogni anno in gran numero con brani in dialetto romano, su qualsiasi tema, o in italiano: purché parlino della Città Eterna e ne esprimano la realtà contemporanea. «Lo stornello - spiega l’artista - ha le stesse caratteristiche del fraseggio rap. Entrambi rappresentano un dialogo, un botta e riposta. Lo stornello era un modo di comunicare, per il popolo romano, sui fatti del giorno. Proprio ciò che caratterizza il genere “rap”, che etimologicamente significa “chiacchierata” e tratta i mali della nostra società».

Allo stornello subentra, nel 1861, la canzone romana: ancora oggi non si insegna nelle scuole ma si impara in strada. E tutto ciò è davvero affascinante. Non è un caso se l’originale contest firmato dalla cantante-attrice abbia lanciato Cranio Randagio, Emilio Stella, Mirkoeilcane, Simone Gamberi e Nicole Riso. Tutti esaminati da una giuria d’eccezione che quest’anno raccoglie nomi del calibro di Neri Parenti, Cesare Rascel, Peppe Vessicchio e Carla Vistarini. Giurato storico, Antonello Venditti, autore di intramontabili hits capitoline. L’iniziativa si inquadra inoltre nell’omonimo progetto artistico e culturale ideato dalla Bonelli, impegnata da 16 anni nel riportare in auge e diffondere la canzone romana in Italia e nel mondo. Una vera paladina.

Che sia alla Luiss o a Tor Vergata, a maggio di ogni anno, con lectio magistralis seguite da migliaia di attentissimi studenti, o in giro per il mondo. «Ciò che non mi piace - conclude l’attrice - è la volgarità associata alla tradizione romana. Perché invece si tratta di eleganza e pura poesia, un aspetto che ho riscoperto e esaltato attraverso lunghi approfondimenti». Del resto la Capitale ha ispirato versi di classe e testi leggendari appunto con Venditti, autore di immortali canzoni. Oppure i pezzi di Franco Califano e il timbro dell’Orchestraccia, gruppo di artisti-attori: li abbiamo ammirati sul battello musicale che ha percorso, a suon di note, le sponde della manifestazione Lungo il Tevere Roma.

Anche loro hanno fatto della riscoperta delle antiche arie capitoline, una vera bandiera.
Come non citare poi Luca Barbarossa, Lando Fiorini, Gabriella Ferri, interprete intensa e drammatica, e la voce roca e inconfondibile di Anna Magnani. Che il tema sia fonte di ispirazione per i giovani lo testimonia inoltre il cantante di San Basilio Ultimo, nato come rapper ed esploso a Sanremo. E poi le intramontabili interpretazioni dell’americana Connie Francis, pseudonimo di Concetta Rosa Maria Franconero: ha reso popolare nel mondo, negli anni Sessanta, canzoni come «Chitarra romana». Insomma un richiamo davvero irresistibile ancora oggi, per tutte le fasce d’età.
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