Bambino Gesù, una serata note e charity per una raccolta fondi speciale

Bambino Gesù, una serata note e charity per una raccolta fondi speciale
di Lucilla Quaglia​
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Martedì 3 Marzo 2020, 10:44

Quando sono le note ad aiutare la guarigione. Charity dinner a piazza delle Coppelle il cui ricavato sarà interamente destinato al progetto “Una musica può fare…”: iniziativa di empowerment terapeutico promossa dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Tra atmosfere parigine e quadri d’epoca sfilano il direttore sanitario del nosocomio Massimiliano Raponi con il direttore Dipartimento Neuroscienze, Federico Vigevano, e i medici Dianela Claps, con il marito Vauro, e Massimiliano Valeriani. Per l’Associazione Abio - Roma, a cui verrà devoluto il ricavato dell’happening, arrivano Aldo Dragoni, presidente, con il suo vice Vittorio Torcolini e Giuditta Colelli, segretario generale. Accolti da Rachelle Guenot, in total black, ci sono anche personaggi del mondo dello spettacolo come Manila Nazzaro, in tailleur di paillettes nere, Charlie Gnocchi e Linda Collini, con l’amica Giuliana Di Serio. Ecco Roberto Giansanti. La cena ha l’obiettivo di raccogliere fondi per un corso-laboratorio di musica organizzato per i piccoli pazienti affetti da importanti forme di epilessia ed altre forme di gravi patologie neurologiche, in cura presso il Bambino Gesù.
 

 


«Il progetto “Una musica può fare...” - spiega Vigevano - è un’iniziativa promossa dall’unità di neurologia e dedicata ai nostri ragazzi che in seguito alla malattia presentano limitazioni nella vita sociale e in tutte le attività tipiche dell’età adolescenziale e puberale. Con i nostri progetti di “enpowerment”, cioè di potenziamento della stima, cerchiamo di favorire l’acquisizione di maggiore autonomia e soprattutto la consapevolezza delle proprie capacità. I soggetti coinvolti tirano fuori delle doti spesso inaspettate». Il progetto prevede che i pazienti suonino, cantino e danzino insieme a coetanei che non hanno di questi problemi. E tutto ciò, sottolineano i medici intervenuti, favorisce sicuramente la loro socializzazione, li aiuta a prendere consapevolezza delle loro capacità e quindi favorisce in genere una maggiore accettazione della malattia. Inoltre alcuni di loro hanno deficit motori o disturbi di movimento ed è dimostrato che questo tipo di attività può favorire un miglioramento proprio delle prestazioni motorie. Il laboratorio è inoltre aperto anche ai genitori, ai medici, agli infermieri e agli amici dei pazienti e si terrà presso l’Oratorio del Gonfalone, sede del Coro Polifonico Romano e meraviglioso esempio di architettura ecclesiastica del XVI secolo.
Scambio di saluti e poi si passa al dinner. Tra gli eleganti tavoli scuri vengono serviti catalana di gamberi, yogurt al mandarino, infuso di mela verde e verdure di stagione, calamarata orientale “Pastificio dei Campi” con ragù di scorfano. Trionfo di crumble al pistacchio e sorbetto al lampone. E il brindisi è alle buone azioni. 

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