Studi preparatori, disegni inediti, bozzetti visionari. “Giacomo Balla. Dal primo autoritratto alle ultime rose” è la mostra visitabile sino al 22 maggio, nel rispetto delle misure anti-Covid, alla storica Galleria Russo fondata nel 1898 e luogo di incontro dei più importanti pittori del secolo scorso. In via Alibert una promenade creativa e illuminante conduce gli ospiti nel mondo dell’artista, caposcuola del movimento culturale futurista. Un vero e proprio romanzo, circa 80 i capolavori nella retrospettiva ammirata da estimatori ed appassionati. Al vernissage contingentato il gallerista Fabrizio Russo, insieme alla figlia Francesca Romana e al nipote Alberto, accoglie gli invitati con il tradizionale rito portafortuna dei cioccolatini e marron glacé. Si riconoscono Bruno Vespa, Emmanuele F. M. Emanuele, Umberto Croppi e il principe Giulio Grazioli seguito da Ippolita Gaetani. La curatela è stata affidata a Fabio Benzi, presente all’opening.
Italia verso la riapertura ma coprifuoco resta, cosa succede nel resto dell'Europa?
Molti tesori artistici provengono da Casa Balla, custoditi dagli eredi.
Il Futurismo, le variazioni cromatiche, il linguaggio e la ricerca sulla parola per reinventare la modernità negli anni ’20. Gli schizzi delle prime “Velocità astratte” del 1913, la passione interventista racchiusa nel “Canto patriottico in piazza di Siena” con i parallelepipedi tricolori centrali che simboleggiano gli inni della patria rivolti al cielo. Poi, i progetti di due degli arazzi esposti all’Exposition internationale des arts décoratifs di Parigi nel 1925, “Genio futurista” e “Mare velivolato”, evento che dà vita al Déco. Il connubio linee-forza, le forme plastiche e astratte, l’interesse per la natura in “Risveglio di primavera” e “Vortice di giardino”. Mentre l’estro balliano diventa precursore dell’estetica Pop a partire dal 1930, influenzato dalle foto delle star di Hollywood pubblicate su riviste e rotocalchi.
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