Torna Tosca a Berlino dopo 38 anni
Barenboim, debutto con Puccini

Torna Tosca a Berlino dopo 38 anni Barenboim, debutto con Puccini
di Flaminia Bussotti
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Sabato 4 Ottobre 2014, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 18:02
BERLINO - Dopo 38 anni, Tosca torna alla Staatsoper di Berlino in un nuovo allestimento: dopo quello storico di Carl Riha, regista viennese trapiantatosi nella Ddr, che aveva decisamente fatto il suo tempo, arrivato il nuovo firmato dal lettone Alvis Hermanis, uno dei registi pi ‘in’ del momento. Al Festival di Salisburgo era stato celebrato la scorsa estate per un Trovatore diretto da Daniele Gatti, con ambientazione originale nelle sale del Kunsthistorisches Museum, la storica pinacoteca di Vienna. Questa volta, alla prima ieri sera, è andata meno bene: alla fine per lui, solo per lui, si è levato un coro di "buh". Applausi invece per i cantanti, la strepitosa Staatskapelle e il suo direttore musicale Daniel Barenboim, al debutto con Tosca, e Puccini in assoluto. Il maestro argentino israeliano è uno specialista wagneriano e di opere italiane si è misurato casomai con Verdi mai con Puccini. In genere, fra i critici in Germania, è radicato il pregiudizio secondo cui, rispetto a Wagner, l’opera italiana, e Puccini in particolare, sia leggera, sentimentale e sdolcinata. Niente di meno vero, attacca Barenboim in una inaspettata difesa del geniale compositore lucchese.

«E’ la musica piu’ bella che sia mai stata scritta», ha detto in una intervista alla Sueddeutsche Zeitung giorni fa. In “Puccini c’e’ molto Debussy” e in Tosca ci sono elementi moderni, tracce impressionistiche di colore del suono come in Pelleas et Melisande. Non a caso Debussy “accolse con entusiasmo la prima francese di Tosca”, dice aggiungendo però che Boheme probabilmente lui non la dirigerà mai.



La prima assoluta dell’opera in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica si svolse peraltro al Costanzi a Roma il 14 gennaio 1900. Il libretto si ispira al dramma omonimo di Victorien Sardou, immortalato sulle scene da Sarah Bernhardt.



Il cast ieri, molto applaudito era composto dal tenore italiano Fabio Sartori (Cavaradossi) e due star tedesche, spesso misuratesi in ruoli wagneriani: il soprano Anja Kampe (Tosca) e il baritono Michael Volle (Scarpia). A Volle, incensato lo scorso anno a Salisburgo per l’interpretazione di Hans Sachs nei Maestri cantori di Norimberga di Wagner, sono andati gli applausi piu’ sonori. Il suo Scarpia fa davvero paura: sadico e crudele, spinto da pulsioni cieche di sesso e potenza. Poderosa e chiara anche la sua voce, se non fosse per qualche pecca di pronuncia un po’ troppo ‘deutsch’ per orecchie italiane. Come quando incalza Tosca per indurla a concedersi per salvare Cavaradossi dal patibolo: resta “un’ ora di vita” minaccia, sibilando un ‘fita’ al posto di ‘vita’ (la ‘v’ in tedesco si pronuncia ‘f’).



Il concetto di regia e’ articolato su due livelli: in scena l’azione si svolge attorno al 1900, quando cioe’ Puccini compose l’opera. Mentre dietro in alto vengono proiettati quadri dell’epoca in cui risalgono gli eventi narrati, il 1800, e dipinti scenografici che commentano di volta in volta la scena sotto sul placo: Castel Sant’Angelo, la Chiesa di Sant’Andrea della Valle, Piazza Farnese, e San Pietro. Il risultato non è però affatto originale ma piuttosto oleografico e banale.



La scena della tentata violenza, quando Tosca accetta di darsi a Scarpia pur di salvare la vita di Cavaradossi, è risolta con Tosca che fa finta di sedurre l’odiato capo della polizia romana: gli sbottona la camicia, infila le mani sotto e lo porta vicino alla sua scrivania. Quando Scarpia si slaccia in pantaloni per prenderla da dietro, Tosca afferra un pugnale, si gira e lo uccide. Dopodiché si rinfranca con un bicchiere di vino rosso da una delle tante bottiglie in fila sulla scrivania del defunto Scarpia. La scena finale, quando Tosca capisce di essere stata ingannata da Scarpia, e che l’ esecuzione di Cavaradossi è vera non simulata, vede l’eroina che apre le braccia per gettarsi nel Tevere. Il tuffo non s vede ma la regia mostra la statua di un angelo alato di Castel Sant’Angelo, alias Tosca suicida che sale in cielo.



La prima ieri si è svolta nel giorno della Festa nazionale tedesca (l’Unificazione 3 ottobre 1990) e ha visto in platea un parterre di vip, inclusi il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble, che non si perde mai una prima, e il capogruppo al Bundestag della Linke (Sinistra), Gregor Gysi.
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