Timothée Chalamet a Venezia con la gonna: ma dopo Brad Pitt, Damiano David e Harry Styles ormai lo fanno tutti

Timothée Chalamet a Venezia con la gonna: ma dopo Brad Pitt, Damiano David e Harry Styles ormai lo fanno tutti
di Francesca Nunberg
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Venerdì 2 Settembre 2022, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 12:16

Pensava di stupire i fan in attesa? Sicuramente c’è riuscito, anche se la folla sarebbe andata in escandescenze davanti a qualsiasi altro abito avesse deciso di indossare. Fatto sta che al Lido di Venezia, arrivato per la presentazione del film “Bones and all” di Luca Guadagnino di cui è protagonista, stamane Timothée Chalamet si è presentato in una originale mise damascata, con gonna e giacca coreana rosso nero e oro, e i soliti riccioli ribelli a dargli l’aria semi-dannata. Un’altra star con la gonna. Verrà sicuramente il giorno in cui questo abbigliamento non farà più notizia, né solleverà più l’annoso interrogativo che ad ogni turista scozzese intravisto in giro per le nostre città con il kilt, tutti si continuano a porre: ma sotto...?

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Chalamet e il mood genderless

Comunque Timothée deve avere accesso a qualche guardaroba femminile, dato che già nel marzo scorso, sul red carpet degli Oscar 2022 si è presentato a torso nudo, con una giacca smoking da donna della collezione Louis Vuitton e un vistoso gioiello pendente.

Che il golden boy di Hollywood a 26 anni abbia il fisico e il fascino per vestire genderless o come gli detta il cuore, non c’è dubbio, anche se per adesso, la gonna sui polpacci pelosi ancora stupisce. Come sa Brad Pitt che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro quando lo scorso luglio si è presentato alla prima berlinese del film “Bullet Train” indossando un completo in lino color cioccolato, composto da blazer e gonna leggermente svasata, entrato all’istante nell’Olimpo degli outfit leggendari.

Gli uomini e la gonna, una storia d'amore

Che stavolta le gonne da uomo siano tornate per restare? Senza indugiare troppo sulle pelli arrotolate in vita nell’antica Mesopotamia o sui lunghi abiti a teli dei dignitari egiziani (ma c’è anche il peplo drappeggiato di Greci e Romani), l’uomo non ha mai avuto preclusioni particolari per la gonna, almeno fino al 1700 quando arrivò quella che venne definita la “grande rinuncia” maschile: via le gonne, i tacchi, le parrucche, i colori sgargianti e largo ad abbigliamenti più consoni a gestire il potere. Con il kilt relegato al folklore (anche se certamente con la sua amata gonna scozzese Sean Connery non ha mai perso in virilità).

Le collezioni

Gli stilisti un pensierino sulla gonna per lui lo hanno sempre fatto: il primo a sdoganarla ufficialmente è stato Jean-Paul Gaultier che nel 1985 nella sfilata “E Dio creò l’uomo” la introdusse nella sua collezione maschile, seguito da Vivienne Westwood, Yohji Yamamoto e John Galliano. Oggi da Fendi a Dolce & Gabbana, da Etro ad Alessandro Michele per Gucci, finanche da Emporio Armani, le gonne alle sfilate maschili non mancano mai. E se oltre alla passerella, a fare davvero moda è il palcoscenico, ecco Kurt Cobain che negli anni ‘90 sfoggia abiti a fiori e minigonne, i Red Hot Chili Peppers, Robbie Williams o il cantante Harry Styles che sulla copertina di Vogue America appare con un lungo abito romantico a balze firmato Gucci.

Archiviata la trasgressione, e diventata questione solo di praticità o para uguaglianza tra generi, le griffe oggi della gonna per lui si fanno un vanto: quella grigia rigorosamente al maschile di Thom Browne nel 2021 era nella top 10 di Lyst tra gli articoli più desiderati. Per Rick Owens le distinzioni tra uomo e donna non hanno senso e ognuno è libero di indossare ciò che preferisce. Che sia il frontman dei Måneskin Damiano David, Mahmood a Sanremo in Burberry, oppure Timothée Chalamet che firma autografi alle ragazzine al Lido.

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