Restauro d'urgenza per il "Cristo" di Piero della Francesca: sta perdendo i colori

Restauro d'urgenza per il "Cristo" di Piero della Francesca: sta perdendo i colori
di Laura Larcan
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Lunedì 17 Novembre 2014, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 16:10
Restauro in diretta e con sponsor illuminato per “il Cristo di Sansepolcro” di Piero della Francesca. Opera simbolo della storia dell’arte, “La Resurrezione”, lo straordinario affresco del grande pittore del primo Rinascimento, capolavoro assoluto eseguito tra il 1450 e il 1463, e conservato nel Museo Civico di Sansepolcro (Arezzo) sarà restaurato per la prima volta grazie alla donazione di 100mila euro di Aldo Osti, un ex dirigente della Buitoni.



Da venerdì, per l’imponente opera alta oltre due metri (nel dettaglio 2,20) e larga altrettanti, comincerà l’allestimento del ponteggio per l’équipe dei restauratori dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze, che lavorerà sotto la supervisione di Cecilia Frosini, direttrice del settore conservazione dipinti murali. Ma l’opera, realizzata negli anni in cui Piero era impegnato ad Arezzo al ciclo delle “Storie della Vera Croce” non rimarrà preclusa al pubblico. Le impalcature, infatti, saranno coperte solo da una lastra di vetro.



Il livello di emergenza è alto: l’opera, infatti, sta «perdendo i colori originali», come avvertono i tecnici. Non a caso, nelle ultime settimane il capolavoro di Piero della Francesca è stato già sottoposto ad una serie di indagini scientifiche non invasive con la collaborazione del Cnr e delle Università, proprio per accertare l'effettivo stato di salute della pittura.



L’operazione di salvataggio dell’affresco, che potrà contare anche su 40 mila euro già stanziati dal Comune della Valtiberina, punterà a rimuovere i sali che sono comparsi nell'intonaco, rendendolo particolarmente delicato e fragile. Il cantiere durerà almeno un anno. A tenere a battesimo l’avvio dei lavori per l’opera simbolo della pittura del primo Rinascimento, sarà venerdì prossimo il sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni.



Pensare che questa opera somma del maestro del Rinascimento venne riscoperta - e rilanciata all’attenzione popolare - alla metà dell’Ottocento, grazie agli illustri viaggiatori inglesi. La figura del Cristo, dotata di una «maestà terrificante», come scriveva Austin Henry Layard, ieratica nella sua apparizione frontale, scolpita a colpi di pennello con una virilità atletica tutta classica, fu una folgorazione per tanti.



Persino per l’impressionista Edgar Degas, che ne trasse ispirazione per alcuni suoi quadri. Tra i quattro soldati romani che dormono seduti davanti al sacello, spicca la figura senza elmo. Il probabile autoritratto di Piero.
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