Ermo colle, i proprietari del casale fanno dietrofront: «Non faremo un resort»

Ermo colle, i proprietari del casale fanno dietrofront: «Non faremo un resort»
di Rosalba Emiliozzi
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Sabato 29 Marzo 2014, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 11:04
Ci vorrei andare ad abitare io e si prende l’impegno a non farci, mai e poi mai, un b&b.

A dirlo è l’architetto Francesco Dalla Casapiccola, figlio della proprietaria, e futuro inquilino del rudere che orla Colle dell’Infinito, una ex casa di mezzadri da tempo disabitata, prima invasa «dai gatti, ora dai topi» dice la proprietaria Anna Maria Dalla Casapiccola, che vuole restaurarlo per farne, ripete fino allo sfinimento, «un’abitazione e non un resort o un b&b». Il figlio Francesco, che vive e lavora a Roma, vorrebbe farne la sua casa e mentre guida la visita al casolare mostra le modifiche e l’ipotetico garage sotterraneo che tanto ha fatto trasecolare l’opinione pubblica, «per 2 o 3 auto - dice l’architetto - sempre se ce lo faranno fare. Ma posso assicurare che non sono sbancamenti ma scavi che rispettano il profilo del terreno».



Tutto dipenderà dalla Soprintendenza delle Marche, cui il Consiglio di Stato ha rinviato la pratica invitando a collaborare con il Comune senza escludere il privato. Non si potrà muovere una pietra senza il sì della Soprintendenza e prima dell’inzio dei lavori l’iter burocratico prevede due pareri favorevoli, senza i quali ogni intervento è impedito. La famiglia Dalla Casapiccola ci tiene a dire che il «piano di recupero» della casa, firmato dallo stesso Francesco Dalla Casapiccola e dal collega Marco Lambertucci, è stato pensato nel rispetto del paesaggio leopardiano e anche delle regole antisismiche «che vogliono fondamenta stabili, che ora il casolare non ha» dice l’avvocato Alessandra Piccini.



Sono dieci anni che i Dalla Casapiccola cercano di sistemare il casale con quattro ettari di terreno incolto sotto il Colle, ma solo con l’amministrazione di centrosinistra hanno trovato un accordo «che tutela il paesaggio - dice il sindaco Francesco Fiordomo, Pd - abbiamo tolto cubatura dal Colle dell’Infinito, la signora poteva costruire tre volte tanto, ma vi ha rinunciato. Questo è un accordo che ha impedito la cementificazione e permette il recupero di un immobile brutto e malandato».



Però nel progetto la casa restaurata è un po’ più grandicella con due annessi demoliti (fienile e porcilaia, la cui volumetria è stata aggiunta alla casa). Ora la famiglia, come il Comune, è in attesa dell’incontro con il soprintendente Gizzi per trovare una soluzione che vada bene a entrambi. «Abbiamo più volte chiesto un incontro ma non ci è stato mai dato - dice il legale - noi comunque ribadiamo lo spirito di collaborazione».
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