L'arte italiana al Tefaf di New York da De Chirico a Balla e Fontana

"Merli futuristi" di Giacomo Balla
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Venerdì 1 Novembre 2019, 20:03
L’arte dei grandi maestri italiani torna a New York lanciando la sfida a un mercato che privilegia l’arte moderna e contemporanea: ci sono pezzi da novanta alla quarta edizione della fiera dell’arte Tefaf, gemella di quella di Maastricht, da un raro San Benedetto di Carlo Dolci, scovato in Svezia dalla galleria Frascione di via Maggio a Firenze, allo spettacolare busto di terracotta policroma del Salvator Mundi di Alfonso Lombardi degli antiquari fiorentini Botticelli e Bacarelli che nel 2020 è stato promesso alla mostra bolognese per i 500 anni dalla morte di Raffaello. Trinity Fine Arts, la galleria di Carlo Orsi a Londra, ha portato a New York un Apollo di bronzo di un artista del ‘500 ispirato ai capolavori dell’eta classica, al cui fianco è collocato un autoritratto di Francesco Hayez, il caposcuola del romanticismo milanese alla metà dell’Ottocento celebre per Il Bacio del 1859 oggi a Brera.

Orsi spera che il quadro finisca nelle collezioni di un museo americano: «Il mercato dei grandi maestri è cambiato a scapito del moderno e del contemporaneo», spiega l’antiquario. Questo significa aggiornare il tiro da parte delle gallerie, ma non per queso manca l’impegno per la ricerca e lo studio. L’Apollo in vetrina a Tefaf per Orsi è un work in progress. Bottegantica di Bologna e Milano ha portato a New York una scelta di opere di artisti italiani rappresentativi del panorama artistico tra fine Ottocento e la prima metà del Novecento tra cui un Autoritratto di Giorgio de Chirico del 1930 esposto per la prima volta nel 1931 alla mostra itinerante nei paesi scandinavi del gruppo «Novecento italiano» e due opere importanti del periodo futurista di Giacomo Balla («Merli futuristi» del 1925) e Tullio Crali («Volo al tramonto» del 1930). Alessandra di Castro ha portato dalla galleria di Piazza di Spagna dipinti romani e napoletani, mobili maggiolini e due opulente consolle veneziane d’epoca.

A suo avviso c’è spazio sul mercato di New York per i mobili italiani, trascurato finora a vantaggio di quelli francesi o britannici. Altri italiani a Tefaf fin dal debutto della fiera oltre l’atlantico sono Robilant + Voena. Una sacra famiglia di Ferdinando Yanez de la Almeida evoca la Madonna dei Fusi di Leonardo: omaggio dell’allievo spagnolo all’artista di cui ricorrono quest’anno i 500 anni dalla morte. Lo stand ha al centro una ballerina di ceramica di Lucio Fontana, uno degli abbinamenti che ha fatto il leit motiv di questa edizione di Tefaf. Come nello stand del britannico ma dagli anni Novanta a New York Sean Kelly, dove l’autoritratto col volto coperto di foglia d’oro di una delle sue artiste, Marina Abramovich, è accoppiato con una testa di età ellenistica. E sempre Kelly ha presentato una versione ridotta di Rumors of War, la monumentale statua eretta a Times Square da Kehinde Wiley, il ritrattista di Barack Obama: raffigura un afroamericano a cavallo in posa da condottiero, addosso la felpa e i jeans strappati, in risposta ai monumenti ai generali sudisti innalzati nelle città del sud degli Stati Uniti. 
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