Visions from Europe: il senso di Matera per le foto

Visions from Europe: il senso di Matera per le foto
di Nicolas Lozito
5 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Settembre 2019, 00:43 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 22:50

Immaginate di poter scegliere 28 giovani studenti di fotografia, ciascuno da un Paese diverso dell’Unione europea – dalla Finlandia al Portogallo –, e chiamarli, insieme a un loro professore, in Italia chiedendo loro di raccontare luoghi e persone. Un progetto ambizioso, d’altri tempi, coraggioso.

È quello che è successo con Visions from Europe, progetto che ha portato 56 fotografi nella capitale europea della cultura 2019, Matera, luogo di incontro perfetto per un simile esperimento. Tra aprile e luglio 2019 ogni coppia studente-professore ha passato una settimana di residenza artistica nella città lucana, potendo muoversi con assoluta libertà. 

Il risultato di queste ricerche è una mostra al Museo Pino Settanni di Matera, inaugurato il 20 settembre e visitabile gratuitamente fino al 22 ottobre, e un libro-catalogo che raccoglie gli scatti dei partecipanti e i testi di chi Visions from Europe l’ha inventato, curato e supportato.


Foto scattata da Samar Hazboun e Robert Barca dalla Repubblica Ceca

Tra le stanze della mostra, nei sotterranei del Palazzo Viceconte, troviamo decine e decine di immagini organizzate senza confini e senza soluzioni di continuità. A rimarcare le diverse autorialità ci sono solo i pannelli che segnalano il nome della fotografa o del fotografo, senza però menzione della provenienza, come a rimarcare ancora che il lavoro è sfaccettato ma unitario, è corale ma europeo, e non greco, italiano, o tedesco. 

VENERE DEL MEDITERRANEO
Tra gli scatti troviamo il noto e l’ignoto: i panorami mozzafiato, le periferie, gli anziani con i loro ricordi, i giovani che vivono la notte come se fossero nelle grandi capitali della musica techno.

Troviamo anche la combinazione tra i due aspetti: come nelle foto di Marco Longari, fotografo caporedattore di Afp in Sud Africa, che rappresenta in questo progetto l’Italia insieme al suo studente e collega Michele Spatari. Longari sceglie di scattare con il centro storico sullo sfondo e in primo piano mette in posa una ragazza del Senegal, con un abito bianco e un lungo velo blu.

È la Venere di Matera: sintesi di una città immersa nella storia e nelle influenze arabe e mediterranee. I suoi abiti sono stati disegnati dallo stilista ivoriano Eloi Sessou, scomparso quest’anno, della Silent Academy, un programma creato per integrare migranti e rifugiati che arrivano in Italia. 


Lo scatto di Marco Longari

E poi ancora, tra gli scatti della mostra c’è chi imita Martin Parr, a mo’ di sfottò nei confronti della borghesia turistica; e chi forse si ispira a Alec Soth per mostrare l’intimità dell'adolescenza lucana. 
 
«Quella di Visions from Europe è stata una ricerca fotografica - spiega Cosmo Laera, direttore artistico del progetto e curatore della mostra insieme a Françis Kohn - per rispondere agli interrogativi posti dal mondo delle immagini: cosa rappresenta la fotografia nella società contemporanea? Come può svilupparsi in un luogo già così tanto rappresentato?».


Foto di Nick Hannes dal Belgio

DA VERGOGNA A CAPITALE
La domanda è più importante della risposta, e in Visions from Europe la somma non è solo l’addizione tra i singoli progetti, ma vale qualcosa in più.
Matera è stata fotografata tantissime volte: da quando era “la vergogna d’Italia”  (disse nel 1948 Palmiro Togliatti) perché la gente viveva poverissima tra i Sassi, completamente abbandonata dallo Stato; fino a quando è diventata Patrimonio Unesco nel 1993 e infine nominata a Capitale della Cultura 2019.

Matera è stata sfondo di «almeno una quarantina di film» come ricorda Giovanna Calvenzi nelle note al libro-catalogo della mostra (edito da Postcart, impaginato dallo studio grafico Tomo Tomo), da “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini al prossimo 007 che uscirà nel 2020. La città lucana è stata anche il tema fotografico di tantissimi fotografi: Henri Cartier-Bresson, Federico Patellani, Mario Cresci, Chim Seymour, Luca Campigotto, Francesco Radino. 

Luca Rocco, manager di Canon Europe, che ha curato la progettazione del lavoro e ha voluto fortemente che i partecipanti fossero di tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea, ricorda i professionisti che tra 20esimo e 21esimo secolo sono passati di qui e poi afferma: «Mi sono reso conto che si fa sempre più fatica a distaccarsi dalla rivisitazione dei canoni estetici già rappresentati e conosciuti. Così abbiamo voluto sfidare e sfidarci attraverso la creatività dell’attuale generazione».
Il suo ruolo è stato anche quello di coordinare l’organizzazione locale con quella europea, attraverso Canon che ha messo a disposizione tutte le fotocamere EOS RP usate per il progetto e stampato gli scatti in mostra, donandoli poi al Comune di Matera. Lo sforzo si inserisce all’interno dei progetti di formazione di Canon rivolto ai giovani fotografi e del «progetto IOX, Imaging of Italian Xellence, volto a sostenetere e promuovere l’arte, la moda e il design in Italia», come ha sottolineato Massimo Macarti, amministratore delegato di Canon Italia.


Foto di Marius Ionut Scarlat dalla Spagna

ERASMUS FOTOGRAFICO
Matera è la più fotogenica tra le città italiana, nonché una delle più fotografate, simbolo mondiale della bellezza e delle contraddizioni del Meridione.
Ecco perché è ancora più difficile riuscire a lasciare il segno con nuovi scatti dalla città. Ed è proprio per questo che Visions from Europe fa capire che è necessario provarci, sfruttando ambizioni, ingenuità e spirito dei giovani europei, che portano se stessi in Italia e riportano nei loro Paesi un pezzo di quello che hanno vissuto e visto. Un Erasmus fotografico. Più passerà il tempo più acquisterà e valore. Perché un giorno queste immagini saranno una capsula del tempo. Visions from Europe è importante e va conservato come un piccolo tesoro: è un’eredità fotografica.

Foto di Donald Weber e Daniel Siegersma dai Paesi Bassi.
La foto all'inizio dell'articolo è di Dario Mitidieri.

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