Vanzina, ecco il romanzo “Una giornata di nebbia a Milano”: la ricerca del delitto perfetto

Vanzina, ecco il romanzo “Una giornata di nebbia a Milano”: la ricerca del delitto perfetto
di Francesco Musolino
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Giovedì 25 Febbraio 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:35

Esiste il delitto perfetto? Sul tema si sono arrovellati autori celebri, come Arthur Conan Doyle, Agatha Christie, Edgar Allan Poe e Patricia Highsmith. Una sfida senza requie rivolta al lettore che si rinnova nel nuovo libro di Enrico Vanzina, Una giornata di nebbia a Milano, in uscita oggi per HarperCollins (pp.208 18). Luca Restelli, il protagonista, ha trentasei anni e lavora alle pagine culturali di «un vecchio quotidiano milanese della tradizione». Un colabrodo, per sua stessa ammissione. Per mestiere legge libri, consuma migliaia di pagine a settimana e poco dopo, fatalmente le dimenticherà. Nasconde le sue insicurezze con un caustico umorismo, prendendo di mira il destino dei quotidiani, cercando appigli nelle citazioni letterarie e cinematografiche che ne rivelano l'educazione sentimentale alla vita mediata dalle parole e dalla cultura borghese, anteponendo la ragione al cuore provando disperatamente a non scorticarsi l'anima.

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LA VITTIMA
Finché un giorno, la sua routine viene stravolta. Una mattina, «una nebbia vera, non un effetto speciale, una nebbia densa, pastosa» avvolge tutta Milano, fagocitando i grattacieli, il quartiere Brera e cancellando le case di ringhiera. Quella stessa mattina, in mezzo alla nebbia in Corso Vercelli, un uomo viene ucciso con tre colpi di pistola in pieno viso. La vittima è Giovanni, un concertista apprezzato nonché il padre 66enne di Luca. Come se non bastasse, l'unica indiziata è sua madre, docente all'Università Statale e così, complice un nebbione, la vita di Luca va in frantumi. Con un gran colpo di scena inizia questo giallo e dopo La sera a Roma (Mondadori, 2018) e Mio fratello Carlo (HarperCollins Italia, 2019), il celebre regista, produttore e sceneggiatore Enrico Vanzina, racconta Milano con una trama fitta di riferimenti sentimentali, una partitura di rimandi e richiami dolcemente nostalgici.
L'AIUTO
Ma l'enigma è troppo grande per Luca che si rivolge a Giorgio Finnekens, scrittore noir «senza convenzioni, con il cuore grosso, grottesco e appassionante».

Questo milanese in giacca scozzese, «il sigaro spento appeso alle labbra», replica sornione alla supplica - «vorresti risolvere un omicidio con l'aiuto della letteratura» - e intanto, lo porta a spasso per le vie meneghine e noi con lui, a braccetto con quest'anima della notte, «un fenomeno che ha letto tutto» e ama il vattelapesca del Giovane Holden, «finge di confondere Milano con West Hollywood» e idolatra le donne, il piacere e la burrosa sensualità della carne. Insomma, bastano poche righe per avere la certezza che si tratti di un chiaro e affettuoso omaggio allo scomparso Andrea G. Pinketts.

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Reso orfano da tre pistolettate con l'ausilio di Finnekens Luca si lancia in una vera impresa, andando «alla ricerca della verità attraverso la finzione» per trovare il colpevole e scagionare la propria madre che è stata inchiodata da una testimone che l'avrebbe vista sparare, quel mattino di nebbia a Milano. Ma con quale movente?
Enrico Vanzina torna in libreria con un giallo brillante - ora colto e ricercato, ora scanzonato e popolare - un grande omaggio alla lettura tout court, con una coppia di protagonisti che indaga per «risolvere un omicidio con l'aiuto della letteratura». La trama si snoda fra il centro storico e i Navigli, il grigiore meneghino tirato a lucido con un sarcasmo che graffia, scalfisce, corrode la patina brillante dello storytelling che ci assedia mediaticamente. Vanzina osa, scrive e riscrive possibili finali, ci consegna un nostalgico e brillante atto d'amore alla finzione, a quell'ossessione di dover passare attraverso le parole e il grande schermo, ovviamente - per imparare a decifrare la vita e non farsene travolgere. Al contempo, l'autore sfida anche i romanzieri a non sfoderare trame ad incastri perfetti, richiamando la lezione di Dürrenmatt, quell'importanza del caso contro il rigore della logica.

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MONTAGGIO
Insomma, sarà vero che il cinema è la vita con le parti noiose tagliate? Finnekens e Luca montano e smontano varie ipotesi e ricostruzioni dei fatti, sussurrando al lettore che ciò che conta davvero è perdersi e poi mettersi in cammino, accettando l'imminenza del baratro, imparando a godersi la vita e mettendo in conto anche gli scherzi beffardi del Fato. Sperando che il finale sia lieto, soprattutto in una giornata di nebbia a Milano.

 

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