Arte, azzurro e stelle dorate: così rinasce la Vitaleta, icona della Val d'Orcia amata da fotografi e cinema

foto di Gabriele FORTI
di Laura Larcan
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Domenica 18 Luglio 2021, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 00:41

L’azzurro brillante, quasi ad evocare la materia del cielo. E le stelle dorate, a sei punte, plasmate nella ceramica, che sembrano accendersi di luce propria. Una finestra sul cielo della Val d’Orcia. Gli occhi all’insù, a scoprire uno degli scorci d’arte più suggestivi e inediti. Eccolo lo spettacolo di elegante, pura, semplicità che offre l’interno della Cappella della Madonna di Vitaleta, tanto piccola quanto mozzafiato, monumento icona della Val d’Orcia, nella Toscana delle colline senesi e del profilo aspro dell'Amiata, che dopo decenni apre finalmente al pubblico e alla comunità di San Quirico d’Orcia, grazie ad un coraggioso e complesso intervento di restauro.

Arte, azzurro e stelle dorate: così rinasce la Vitaleta, icona della Val d'Orcia amata da fotografi e cinema

Isolata sul profilo di terre d’argilla, incastonata nella valle patrimonio dell’Unesco, incorniciata da due filari di cipressi come corazzieri-legionari, la Vitaleta è meta adorata da maestri della fotografia e del cinema (non foss'altro che poco distante da qui Ridley Scott girò le mitiche scene de Il Gladiatore).

E’ sempre stata vista così. Bella, mistica, romantica, ma a porte chiuse. Avvolta dall’aura della storia antichissima che affonda le radici nello spirito leggendario e devozionale. Gioiello di una natura addomesticata dalla sapienza agricola toscana, al servizio delle vie dei pellegrini che non hanno mai smesso di raggiungerla e venerarla per secoli. Lo stesso maestro Nicola Piovani le dedicò un memorabile concerto al tramonto. Ora, un nuovo capitolo. Le porte si schiudono.

Tutto si deve all'ingegnere Pasquale Forte, imprenditore coraggioso, mecenate illuminato, innamorato di questa terra nel modo più genuino. Calabrese di nascita, comasco di carriera, stregato dalla bellezza sana e robusta di queste colline. A metà degli anni ’90 diede vita al Podere Forte, azienda biologica e biodinamica all’avanguardia, centro di un ambizioso e certosino recupero della tradizione contadina e vitivinicola valdorciana. Ettari di vigneti, i suoi, che oggi abbracciano i morbidi pendii di Rocca d’Orcia. Proprietario della Vitaleta, Pasquale Forte ha scelto la sua rinascita, sostenendo un complesso restauro: attento, rispettoso e sostenibile.

Una rinascita che ha coinvolto tutta San Quirico d'Orcia, i suoi abitanti e gli abili artigiani locali. C’è Mario Ferretti, il fabbro che ha realizzato il leggio, e Fabrizio Saletti, il marmista/scultore che ha creato l’acquasantiera, fino alle signore devote che hanno realizzato e ricamato a mano la tovaglia per l’altare. Storie nella storia. «La Vitaleta - dice Pasquale Forte - torna a essere meta di raccoglimento e preghiera per i pellegrini, un ristoro per l’anima, una naturale restituzione alla comunità di San Quirico e a tutti gli amanti di questo luogo di bellezza ineguagliabile».

LEGGENDE E MITO

E sì che la Vitaleta vanta un passato di leggende e grande arte del Rinascimento. La Cappella della Madonna di Vitaleta deve il suo nome alla statua di una Madonna che vi era conservata (oggi spostata nella Collegiata di San Quirico d’Orcia). Ma la storia è molto articolata. Intanto, la chiesa che vediamo oggi risale all’Ottocento, rifacimento di una chiesa del Cinquecento eretta su un precedente piccolo tabernacolo. L’origine è legata ad un primo miracolo (ne seguiranno altri nella sua storia devozionale, a protezione di terremoti e battaglie). Si racconta che una pastorella del posto avesse ricevuto in sogno l’apparizione della Vergine che le indicava l’esatta bottega dove commissionare la realizzazione della sua statua da portare a San Quirico. Si trattava di una bottega di Firenze molto speciale: di Andrea Della Robbia.

Partì così una delegazione anche grazie ad una raccolta di soldi da parte della popolazione. E qui giunse. Il luogo scelto è particolare: già all’epoca era punto di confine tra la comunità di San Quirico d’Orcia e la comunità di Pienza (dall’acceso campanilismo). Il nome è evocativo: richiamerebbe la “vita laeta”, ovvero lieta e tranquilla, ai momenti di pace e quiete, appunto, tra le due comunità. E con la natura.

IL RESTAURO

La Vitaleta è stata risanata da anni di abbandono e di assenza di manutenzione. La causa principale dei danni erano le infiltrazioni d’acqua dalla copertura che ha portato umidità alle strutture e distacchi di intonaci. L’intervento di restauro è partito da una approfondita analisi dell’architettura e degli apparati decorativi. Si è trattato di un progetto di intervento nel rispetto della semplicità che contraddistingue la Cappella, realizzato dallo Studio di Architettura Zambelli e della ditta Marziali, sotto la guida costante della Soprintendenza di Siena. Anche gli antichi candelabri e il tabernacolo ligneo sono stati oggetto di attento restauro.

LA STORIA

La cappella che vediamo oggi nel sua muratura scolpita nella pietra di Pienza, risale all’Ottocento. I lavori iniziarono nel 1884 con l’inaugurazione il 14 giugno del 1885. Nel XIX secolo, l’allora proprietario del fondo, Vincenzo Padelletti, incaricò di progettare una nuova cappella votiva a Giuseppe Partini esponente del cosiddetto Purismo senese, corrente pittorica ispirata alla ripresa dell’arte religiosa tra Tre e Quattrocento, che in architettura gioca con un revival del Neogotico e Neo Quattrocentesco.

L’ACCOGLIENZA

Paesaggio di mistica bellezza, morbide colline argillose e filari di cipressi. La visita alla Vitaleta fa bene agli occhi e all’anima. Basta seguire le indicazioni della nuova pannellistica sulla strada tra San Quirico d’Orcia e Pienza. Ma anche il palato vuole la sua parte. A pochi metri dalla Vitaleta debutta ora il “Ristoro Vitaleta”, il nuovo luogo pensato per tutti visitatori che vorranno concedersi una sosta gustando le eccellenze locali e di Podere Forte. Seduti con vista a 360 gradi si possono degustare i salumi di Cinta Senese, l’olio extra vergine di oliva Terre di Siena, il pane fresco con la farina di grano duro Senatore Cappelli, prodotti tipici selezionati tra le eccellenze valdorciane, insieme ai vini del Podere Forte. Il tutto biologico e biodinamico. Luogo speciale per viaggiatori in macchina (parcheggio attrezzato) ma soprattutto camminatori e ciclisti. Val la pena, per rimanere in tema, fare una sosta al nuovo speciale emporio del viaggiatore inaugurato a San Quirico d’Orcia (via Dante 54). Un progetto inedito. Si chiama il “VianDante” e riserva tutto l’occorrente per gli spiriti dell’avventura, dall’escursionista al podista, dal pellegrino al ciclista, ma anche al viaggiatore che cerca il comfort e la praticità. Dalla moda agli attrezzi, dalle mappe al gadget, fino allo zaino-trasportino per cani e gatti.

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