"Gli immortali" di Sky Arte sbarcano a Roma: da Alberto Sordi a Audrey Hepburn
Un'iniziativa legata al lancio di un sontuoso documentario che l'emittente manderà in onda a primavera sui canali 120 e 400 a suggellare il 600esimo anniversario della creazione per antonomasia partorita dal genio del grande maestro rinascimentale, in sfida alle conoscenze, allo scetticismo, alle convenzioni del proprio tempo. Il programma, intitolato "Brunelleschi e le grandi cupole del mondo", è una produzione Sky Arts Production Hub destinata a raccontare e illustrare la nascita delle soluzioni tecniche utilizzate dal Brunelleschi per innalzare un capo d'opera ingegneristico e costruttivo mai visto prima, ha sottolineato nella capitale del Regno Unito il
direttore di Sky Arte, Roberto Pisoni. Ma anche per mostrare come il concetto di cupola si sia reiventato nei secoli e fra le epoche: fino all'espressione di archistar di oggi quali Norman Foster o David Libeskind, protagonisti di interviste ad hoc.
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Una reinvenzione a cui offre adesso un contributo pure Luke Jerram - artista emergente della scena britannica e
internazionale fattosi conoscere ad esempio per la sua Luna, installazione ammirata fra l'altro l'anno scorso a Milano - attraverso una diversa «idea di cupola» esposta al pubblico fino al 17 febbraio e collocata a Lewis Cubitt Square: piazza non lontana dalle grandi stazioni di King's Cross e di St. Pancras, al centro di un'area elevata in questo anni a modello di rinnovamento urbano di una metropoli che si evolve sforzandosi di restare nel contempo ancorata alle radici del suo passato.
Inaugurata ieri a Londra “Palm Temple” l’opera dell'artista Luke Jerram che si ispira alla cupola di Santa Maria del Fiore che nel 2020 compie 600 anni.
— Sky Arte (@SkyArte) January 25, 2020
Sky Arte celebrerà questo evento in primavera con il documentario in due puntate “Brunelleschi e le grandi cupole del mondo”. pic.twitter.com/T2CbWdCYIO
L'inaugurazione dell'opera di Jerram - intitolata Palm Temple e realizzata a forma di spicchio, come una struttura di cupola con lamelle a spirale tagliata in due parti uguali e quindi ricomposta in verticale quasi come due mani giunte in preghiera - è coincisa con la fine delle riprese del documentario. Ed è avvenuta alla presenza dello stesso autore, il quale ha spiegato d'essersi «ispirato a Brunelleschi», e al suo percorso «di artigiano-artista, non di architetto di formazione», per dare anima a un'installazione "site-specific" immaginata a mo' di luogo di contemplazione (dove ogni visitatore può accedere) e di collegamento «tra cielo e terra»: grazie anche ai riflessi del pavimento a specchio e alle trasparenze di un opera in legno e vetro che cambia colore a seconda della luce.
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