Renzo Piano: «Costruire l'Auditorium per condividere la bellezza è stato straordinario»

L'architetto Renzo Piano con Ciampi e Veltroni il giorno dell'inaugurazione dell'Auditorio
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Domenica 5 Aprile 2020, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 15:55

«Facciamoci coraggio, tutto questo passerà e l’Auditorium tornerà ad essere un luogo dove incontrarsi tutti quanti».
 

 



Ospite speciale stamattina del palinsesto #AuditoriumLive della Fondazione Musica per Roma, il Maestro e Senatore a Vita, Renzo Piano. L'architetto ripercorre la storia dell’Auditorium Parco della Musica all’interno della rubrica domenicale “Scopri l’Auditorium”, dal suo progetto iniziale allo sviluppo e scoperta della Villa romana, fino al successo di oggi e al vuoto e silenzio che sta vivendo per le attuali disposizioni dettate dall’emergenza Covid19.

Questo il testo integrale del suo intervento:

«Buongiorno a tutti voi che oggi vorreste essere in Auditorium di Roma, invece non ci siete perché non ci possiamo andare.
Anche a me piacerebbe essere lì, è un luogo che amo molto. Vedete, costruire luoghi per la gente come in questo caso per l’Auditorium,in questo caso per ascoltare la musica è una cosa straordinaria perché si costruisce un luogo dove la gente si possa trovare, incontrare e condividere dei valori di bellezza
».

«Si costruiscono musei, biblioteche, Auditorium, sale dell’Opera, scuole, università,che sono tutti avamposti contro la barbarie, contro l’ignoranza, sono luoghi di civiltà in realtà. L’Auditorium è questo e in più un luogo di bellezza e la musica è la più bella, la più straordinaria. Anche io avrei voluto essere un musicista, ma non lo sonomai stato ed ho deciso allora di occuparmi di musica in altro modo».
 


IL CONCORSO
«La storia dell’Auditorium è una bella storia. Ci fu un concorso che mi ordinò di fare il mio amico Luciano Berio e poi mi avvisò il sindaco Francesco Rutelli. Ci furono mille avventure per la sua costruzione, era un luogo desolato di Roma, un pezzo di periferia dimenticato in mezzo alla città. Ricordo che passammo un po' di tempo sul posto e tracciamo la cavea. Tutto nacque attorno ad un vuoto. La prima cosa che facemmo fu mettere il centro della cavea, piantammo un paletto con uno spago e facemmo un giro per indicare la cavea, quel punto c’è ancora adesso. Quando potrete tornare all’Auditorium andate a vederlo, al centro della cavea c’è un cristallo. Quello è il punto da cui tutto cominciò».

LA VILLA ROMANA

«Poi ci fu il progetto, scoprimmo la Villa romana e prendemmo con il sindaco Rutelli e Veltroni, allora Ministro della Cultura una decisione importante: ovvero di modificare il progetto ruotando le sale in modo che la villa potesse restare dentro. Poi c’è stata tutta l’avventura del cantiere, complessa e straordinaria. Nel frattempo si lavorò molto con i musicisti, non si fa un Auditorium, che è uno strumento musicale, senza parlare con i musicisti, senza parlare con tutti quelli che amano la musica».

IL SUONO

«Vedete il suono è una cosa particolarissima, non è solo scienza è anchel’arte del suono e naturalmente facemmo tutte le prove ed il suono è oggi ben distribuito.
Insomma quella dell’Auditorium è una lunga storia, indimenticabile ed io ho una grande feriezza per questo edificio. Non da architetto perché ogni opera è corale ma la fierezza di essere riusciti a fare tutti insieme un luogo che è amato da tutti e dalla gente e questo rende ancora più doloroso questo momento in cui questo luogo è vuoto e disabitato
».

IL RITO

«Penso agli altri luoghi che ho fatto per la gente, musei, sale per concerti, biblioteche sono tutti vuoti, è triste perché questi edifici sono fatti per essere vissuti, sono fatti per essere luoghi dove la gente celebra un rito fantastico che è quello dellostare assieme, capirsi, condividere le stesse gioie, partecipare. Insomma comunque facciamo coraggio, tutto questo passerà e l’Auditorium tornerà ad essere un luogo dove incontrarsi tutti quanti. Quindi stiamo a casa, facciamo quello che ci dicono e sono convinto che tutto questo passerà. Un abbraccio solidale e affettuosoe grazie a tutti per amare questo luogo»
Renzo Piano

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