L'organizzazione ha tentato il tutto per tutto per accontentare le richieste del pubblico. Dal momento della riapertura, quel simbolico 2 di giugno con il ministro Franceschini a fare da apripista, sono stati dilatati al massimo gli orari di visita, arrivando sino all'apertura h24 della prossima settimana con partenza venerdì 28 alle 8 del mattino, 132 ore filate con i gruppi di visitatori in coda ad ogni ora del giorno e della notte. «Mai un museo era arrivato a tanto», dice De Simoni, anche la struttura espositiva e le forze dello staff sono state tirate al massimo. Tutto per garantire al più alto numero di persone possibile di godere «in piena sicurezza» della mostra evento del 2020, assicurata per la cifra record di 4 miliardi di euro, ben oltre anche il valore dell'antologica su Leonardo messa in piedi a suo tempo dal Louvre.
Con buona pace di tutto il pubblico estero che ha dovuto rinunciare causa Covid (sono stati emessi 28 mila voucher) i visitatori di Raffaello saranno alla fine 160 mila.
Meno della metà rispetto alle aspettative ante pandemia, visto che l'asticella era fissata intorno alle 450-500 mila presenze, poco al di sotto del Caravaggio, che ne raccolse 600 mila. Sempre tanti però, se si considera che l'esposizione, aperta il 5 di marzo quando già era altissima l'ansia per il coronavirus, è stata sbarrata solo tre giorni più tardi dal lockdown. La generosità di tutti i 52 enti prestatori, racconta oggi De Simoni, in prima linea gli Uffizi coautori del progetto, ha permesso di allungare l'esposizione dal 2 giugno fino al 30 di agosto. «Di fatto non una proroga ma una riedizione».
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