Si intitola “Statue di piazza” il programma di Rai RadioTre partito l’11 luglio che andrà avanti fino a metà settembre, dedicato alla statuaria monumentale pubblica. A condurlo è Giovanni Carlo Federico Villa, professore associato di Storia dell’arte moderna all’università degli Studi di Bergamo, nonché componente del Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici del Mibact. Dopo un racconto introduttivo, con una riflessione generale sul ruolo dei monumenti, stanno andando in onda nove puntate su nove città. Da “Torino di bronzo e di pietra” a Bergamo e il suo Sentierone, da Trento a Padova con la sua università. Domani sarà la volta di Roma Capitale, a seguire il 29 agosto “Napoli reale, Napoli popolare”, il 5 settembre “Tra Bari e Lecce: disfide nelle Terre d’Otranto” e infine il 12 settembre “Palermo trionfante”.
A Roma si parte dal monumento di Anita Garibaldi con un percorso che, dal Gianicolo, arriva a Villa Borghese. «È una delle rarissime donne a cavallo - spiega Giovanni Villa - A parte pochi altri casi, come Eleonora D’Arborea a Oristano, le figure femminili sono prevalentemente allegoriche. Qui invece Anita è imperiosa, vigorosa, lo scultore Mario Rutelli la immaginò aggrappata alla criniera del destriero e fu Mussolini a volerle mettere in braccio il figlio perché fosse un modello per la donna fascista. Il Gianicolo con tutte le sue sculture rappresenta un sacrario del nostro Risorgimento, con Garibaldi, i busti dei patrioti (fino al 2004 si continuò ad aggiungerne di nuovi), e infine il Muro della Costituzione della Repubblica su cui sono incisi i 69 articoli della prima carta».
«Siamo portati a immaginare i monumenti come qualcosa di vecchio, legato a un’altra stagione storica - continua Villa - in realtà ogni anno ne vengono inaugurati a decine. Non più figure di monito e insegnamento, ma nuovi protagonisti più legati alla cronaca. A Porto Cesareo c’è una statua che raffigura Manuela Arcuri, a Oristano il monumento al motociclista, a Spilamberto (Modena) quello all’aceto balsamico, a forma di goccia... Prima del lockdown a Sassari è stata inaugurata un’opera dedicata all’omonima Brigata e Pisa ha voluto il suo monumento a Galileo. A Torino esistono anche quelli del Traforo del Fréjus e del libro Cuore».
Tornando alla passeggiata romana, dopo il Gianicolo dove si va? «Tratto del Marco Aurelio e delle statue parlanti, non solo Pasquino, ma anche Marforio ai Musei Capitolini, Madama Lucrezia a piazza San Marco, il Facchino di via Lata, il Babuino e l’Abate Luigi a Sant’Andrea della Valle. Poi passo al Vittoriano, il nostro teatro della memoria, ai temi critici di Giordano Bruno e Giuseppe Mazzini e infine alle statue di Belli e Trilussa, cantori popolari di Roma contrapposti al mondo di Villa Borghese. Qui si celebra la letteratura mondiale con la statua di Goethe, donata dal Kaiser Guglielmo II di Germania, a cui sono seguite tutte le altre donazioni, Hugo, Byron, fino a Gogol omaggio del sindaco di Mosca nel 2002. Insomma, dei monumenti sappiamo quasi tutto, ma finora nessuno aveva mai provato a raccontarne la storia».
L’invito è dunque quello, dopo averli ascoltati, di andare a visitare questi monumenti che costituiscono, come dice il professore «il più importante museo pubblico italiano, di piazza, aperto a tutti». E per chi vorrà saperne di più, a ottobre esce il primo di due volumi curati da Giovanni Villa e dal padre Renzo, Storico della scienza, dal titolo “Statue d’Italia - Storie della statuaria romana commemorativa pubblica dal Risorgimento alla Grande Guerra”. A ottobre 2021 il secondo volume fino ai giorni nostri. Questo il link per seguire le puntate del programma di RadioTre via via che vengono messe in onda e i podcast: https://www.raiplayradio.it/programmi/statueinpiazza/.
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