Roma, apre la Quadriennale con misure anti-Covid: 60 anni di arte italiana "fuori" dagli schemi

Roma, apre la Quadriennale con misure anti-Covid: 60 anni di arte italiana "fuori" dagli schemi
di Laura Larcan
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 16:18

Il pirata folletto che esce da una gigantesca fragola, le foto ravvicinate (troppo) sul corpo di una donna che partorisce, il pugno meccanico che guarda l’affresco di Giotto, i fiori titanici che invadono le architetture. Ma non c’è il gusto dell’effimero. Tutt’altro. C’è la pittura che sembra riscoprire la sua autorevolezza bidimensionale, la scultura declinata per linguaggi e tecniche e l’installazione multimediale. Signore e signori, ecco a voi la creatività italiana degli ultimi sessant’anni va in scena con la Quadriennale di Roma che si apre da oggi (al 17 gennaio 2021) al Palazzo delle Esposizioni all’insegna delle misure di sicurezza in tempi Covid. Titolo, “Fuori”.

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Sotto la cura di Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol (e la presidenza illuminata di Umberto Croppi) la rassegna espositiva gioca su un allestimento intelligente, perfettamente calibrato sugli spazi colossali del Palaexpo (tra l’altro, finalmente liberato dopo anni dai ponteggi incancreniti: era ora).

Il percorso gustoso inanella (tra sale, corridoi, scale, livelli inferiori) maestri affermati, storici e nuovi talenti, che offrono suggestioni continue, nel bene e nel male (le opere non convincono tutte nello stesso modo). Ma la Quadriennale resta comunque una mostra da vedere. Con calma, con lentezza, con attenzione per i dettagli.

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L’ingresso, poi, è gratuito, grazie alla sponsorizzazione della maison Gucci che ha sposato l’iniziativa. Se non è una buona ragione questa. In ogni sala bisogna soffermarsi e gustarsi lo spettacolo. Le fotografie femminili e femministe di Lisetta Carmi, la video-performance di Monica Bonvicini con i suoi “No Head Men”, uomini senza testa incastrati in spazi bianchi e spettrali. I disegni di Bruna Esposito, divertissement sul design di una toilette come se fosse uscito fuori da un laboratorio di Archimede. I murales di Cuoghi Corsello.

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Il bello della Quadriennale è proprio la scoperta ravvicinata di talenti, artisti italiani che vivono tra Berlino e Amsterdam. Raffaela Naldi Rossano porta le sue ceramiche smaltate con l’installazione “Siamo i Nipoti delle streghe che non avete potuto bruciare”. E la bellezza colorata onirica sorniona dei quadretti in ceramica di Alessandro Pessoli. Anche le scalinate monumentali diventano parte integrante del percorso con gli interventi artistici, tra pitture murali e i fiori giganteschi della coppia Petrit Halilaj e Alvaro Urbano. Spicca la pittura “tradizionale” di Salvo con le sue città metropolitane che sembrano uscire da epoche di inizio ‘900 tra suggestioni surrealiste e sguardi energici futuristi.

Non mancano exploit lungo il percorso, come l’installazione ambientale di Benni Bosetto in cui riecheggiano voci e rumori mentre a terra sembrano “vivere” creature organiche, e i video sulle colonie africane degli anni ‘30 di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Da non perdere la sala dedicata a Silvano Bussotti maestro della contaminazione delle Arti, tra grafica, musica e scenografia, dove spicca un disegno raffinatissimo che esegui all’età di 12 anni. Tra cripte ideali e racconti fantastici di gargoille, sfilano anche i creativi under 28 selezionati tra le Accademie di Belle Arti italiane grazie al premio AccadeMibact curato da Ilaria Gianni con l’obiettivo di indagare e svelare la scena attuale dell’arte italiana. «Il ruolo della Quadriennale è ripensare il presente, l’attualità della creatività italiana», spiega Sarah Cosulich. Perché oltre le installazioni più teatrali e scenografiche, si trovano finalmente piccoli grandi disegni e quadri di una raffinatezza genuina.

Via Nazionale 194, mar-dom, 11-20, sab 11-22. Lun chiuso. Ingresso gratuito su prenotazione (www.quadriennale2020.com

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