Manifesti pubblicitari, la Chiesa di Santa Margherita a Treviso sede espositiva “robotizzata” per la Collezione Salce

Manifesti pubblicitari, la Chiesa di Santa Margherita a Treviso sede espositiva “robotizzata” per la Collezione Salce
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Sabato 12 Dicembre 2020, 16:57

Appena riapriranno i musei, sarà una tappa da non perdere: la Chiesa di Santa Margherita a Treviso, nuova sede espositiva del Museo Nazionale Collezione Salce, considerata per i suoi 50 mila manifesti del 1800 e del 1900 una delle due raccolte più importanti al mondo di grafica pubblicitaria. L' inaugurazione del museo, prevista per il 5 dicembre con l'apertura della grande mostra dedicata a Renato Casaro, artista trevigiano creatore dei manifesti per molti dei più importati film prodotti ad Hollywood, è stata per il momento rinviata. La preziosa collezione costruita da Ferdinando Salce (Treviso 1877-1962) in una ricerca appassionata durata tutta la vita fu donata nel 1962, l'anno della sua morte, allo Stato. Tra i manifesti c'era anche il primo della raccolta, acquistato nel 1895 di straforo dall'attacchino comunale: lo aveva realizzato Giovanni Maria Mataloni per la Società Anonima Incandescenza a Gas brevetto Auer ed è considerato il primo cartellone italiano paragonabile, per come era stato concepito e realizzato, ai migliori esemplari europei.

Al tesoro di 25 mila manifesti lasciati da Salce se ne sono aggiunti altrettanti grazie a donazioni e acquisizioni che hanno consentito di proseguire la cronologia.

Nella nuova sede, che ha un'area multimediale espositiva di 450 metri quadrati, la consultazione del materiale è possibile grazie a una modalità robotizzata studiata appositamente. Con più di dieci anni di lavoro (e sei milioni di euro concessi in gran parte dal Mibact e dalla Regione) tutti i manifesti - alcuni di reclame risalenti al Settecento - sono stati classificati, fotografati e inseriti in un database accessibile a tutti. Pensati per il tempo circoscritto di una campagna pubblicitaria, i manifesti sono oggetti molto fragili che richiedono condizioni precise per poter sopravvivere. Nella ex chiesa medievale di Santa Margherita è stato creato il «Grande totem», un fortino in cemento armato studiato per resistere anche nel caso di un terremoto. Il Totem ospita anche il laboratorio di restauro che si prende cura di questo immenso ma fragile mondo di carta. 

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