Premio Strega, rifiutata petizione per riconoscimento ad honorem a Malaparte

Il Premio Strega al Ninfeo di Villa Giulia
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Martedì 27 Giugno 2017, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 17:25
Polemiche allo Strega.I promotori della raccolta di firme per un premio Strega ad honorem a Curzio Malaparte hanno chiesto a Giovanni Solimine, presidente delal Fondazione Bellonci, un appuntamento per consegnare le oltre 100 firme e  relative motivazioni dei firmatari, esponenti di spicco della cultura, tra cui anche giurati del famoso riconoscimento. La richiesta prevede infatti la modifica del regolamento per introdurre la possibilità di uno Strega  alla memoria, una modifica che deve essere valutata dal comitato direttivo. «Ma è assurdo - sostengono i promotori Monaldi& Sorti -  non ci hanno voluto  neanche ricevere. Ma non desisteremo e continueremo la nostra battaglia: prossimo appuntamento i 100 anni dalla nascita dell'Arcitaliano nel 2018 per abbattere le dogane intellettuali».

Tra le oltre100 firme raccolte tra accademici, intellettuali e gente dello spettacolo figurano Francesco Rutelli, Giordano Bruno Guerri, Elisabetta Sgarbi, il filosofo Giacomo Marramao, l’italianista e critico letterario Giulio Ferroni, la regista Liliana Cavani, la stilista Anna Fendi, il produttore cinematografico Carlo degli Esposti, l’attrice Lunetta Savino, lo sceneggiatore Stefano Bises, storici e docenti universitari, numerosi scrittori tra cui Marcello Fois, Emanuele Trevi, Paolo di Paolo nonché i membri della “cinquina” dello Strega di quest’anno Matteo Nucci, Wanda Marasco e soprattutto il superfavorito Paolo Cognetti. E numerosi giurati dello stesso premio Strega, tra cui anche alcuni della famiglia Alberti, fondatori del premio insieme a Maria e Goffredo Bellonci.
Monaldi & Sorti, che sono tra i promotori dell'iniziativa nata alla presentazione del loro romanzo "MALAPARTE - Morte Come Me" da parte di Walter Veltroni a Villa Letitia, la struttura di Anna Fendi lo scorso aprile, spiegano: 
«Finora - per correttezza - avevamo atteso che il nostro romanzo uscisse dalla competizione di quest’anno in modo da non avere più alcun potenziale conflitto di interessi. Oggi dunque abbiamo chiesto a Solimine un appuntamento. La fulminea risposta è arrivata dopo pochissime ore: non ci concedono proprio nessun appuntamento. Il comitato esecutivo del premio Strega rifiuta insomma di ricevere le firme. Impediscono ai promotori perfino di presentare la petizione. Siamo senza parole, è una cosa inaudita: hanno paura forse che, se prendono atto delle motivazioni dei firmatari, poi non riescono a trovare buoni argomenti da controbattere? Il Premio Strega si sta comportando peggio del Sant'Uffizio e del Sinedrio ai tempi di Gesù: lì almeno si concedeva udienza, si istruiva un processo e venivano ascoltati i testimoni! Rende bene l’idea il commento salace giunto da uno dei giuristi firmatari della petizione: “Non ci hanno concesso neppure un processo farsa. Se fossimo in un film americano mi appellerei al sesto emendamento! Ma qui è ancora peggio: altro che equo processo...".
Questa la risposta di Giovanni Solimine: «Grazie per il vostro  messaggio. Il Comitato esecutivo del Premio ha valutato la proposta ed è giunto alla conclusione unanime che non ci sembra opportuno assegnare un Premio Strega (alla memoria o alla carriera) ad autori che abbiano preso parte al Premio, senza risultare vincitori.
Pertanto, pur apprezzando lo spirito che anima la vostra iniziativa, non riteniamo che ci siano le condizioni per portarla avanti. Con i più cordiali saluti e auguri di buon lavoro. Giovanni Solimine»

Continuano i due autori: 
«A questo punto ne facciamo una questione morale e fissiamo perciò un nuovo traguardo, molto più ampio: il prossimo anno saranno 100 anni dalla nascita di Curzio Malaparte. Continueremo fino ad allora con gli altri promotori la nostra raccolta di firme, una raccolta che a questo punto è simbolo della necessità urgentissima di abbattere le dogane intellettuali, di togliere questo bavaglio "aristotelico" che soffoca la cultura italiana fin dal dopoguerra. Questo modo di fare inaudito soffoca il Premio Strega sotto un mare di più che giustificata indignazione dei lettori - e sotto le sacrosante prese in giro di Striscia la Notizia».

 
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