A Palazzo Barberini dal 22 febbraio “Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti”, esposta L'Allegoria

L'Allegoria dei Cinque Sensi
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Giovedì 21 Febbraio 2019, 12:32
Tutto ruota attorno all’Allegoria dei cinque sensi, una monumentale tela d’impronta caravaggesca rimasta per anni in deposito presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate. Realizzata dai fratelli Mattia e Gregorio Preti negli anni Quaranta del Seicento, è ricordata nel 1686 nella collezione di Maffeo Barberini junior come “un quadro per longo con diversi ritratti: chi sona, chi canta, chi gioca, chi beve e chi gabba il compagno", una descrizione che sottolinea la complessa articolazione del dipinto dove diversi gruppi di personaggi intenti in attività quotidiane diventano immagine allegorica dei cinque sensi. Si intitola infatti Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti” l'esposizione, che esamina la prima attività di Mattia e la sua formazione nella bottega romana del fratello Gregorio, aperta dal 22 febbraio al 16 giugno nelle Gallerie Nazionali di Arte Antica nella sede di Palazzo Barberini a Roma, a cura di Alessandro Cosma e Yuri Primarosa.

L'Allegoria è stata restaurata per l'occasione da Giuseppe Mantella, da anni impegnato sulle opere di Mattia Preti a Malta e in Calabria, grazie al finanziamento dello studio legale Dentons che ha sponsorizzato l'intervento e l’approfondita serie di indagini diagnostiche permettendo di comprendere meglio la pratica esecutiva dei due fratelli, attivi a quattro mani sulla stessa tela. Saranno presenti in mostra altre undici opere che raccontano lo stretto legame esistente tra i due artisti calabresi: da un lato Gregorio, legato a esiti di stampo ancora accademico, e dall’altro il più giovane e talentuoso Mattia, suggestionato dall’universo caravaggesco e già cosciente dei nuovi sviluppi  del barocco romano.

L’Allegoria dei cinque sensi di Palazzo Barberini sarà esposta al pubblico per la prima volta assieme al Concerto con scena di buona ventura, suo ideale pendant proveniente dall’Accademia Albertina di Torino e ad altri quadri frutto della collaborazione dei due artisti, come il Cristo davanti a Pilato di Palazzo Pallavicini Rospigliosi e il Cristo che guarisce l’idropico di collezione privata milanese.
In mostra saranno presentati anche importanti dipinti inediti di Mattia: primo fra tutti il monumentale Cristo e la Cananea, in origine nella collezione dei Principi Colonna, opera capitale del periodo romano del pittore, databile su base documentaria al 1646-1647. La scoperta dello straordinario dipinto – il primo dell’artista fornito di una data certa – ha permesso di precisare la cronologia della sua prima produzione. Saranno esposti al pubblico per la prima volta anche l’Archimede, oggi a Varese, e un Apostolo di collezione privata torinese, che documentano la precoce riflessione di Mattia sulla pittura di Caravaggio e di Jusepe de Ribera. Chiude il percorso espositivo un’ulteriore nuova proposta per gli anni romani dell’artista: una mirabile Testa di bambina, ritrovata nei depositi della Galleria Corsini.
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