Morto Ferlinghetti, leggenda della Beat Generation: aveva 101 anni

Morto Ferlinghetti, leggenda della Beat Generation: aveva 101 anni
di Riccardo De Palo
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Martedì 23 Febbraio 2021, 20:28 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 13:17

A 101 anni se n'è andato Little Boy, l'ultimo poeta della Beat Generation, il mitico proprietario della libreria e casa editrice City Lights di San Francisco che scoprì Jack Kerouac, che fu assieme poeta, saggista, narratore, pittore e scaltro promotore della controcultura americana. Lawrence Ferlinghetti era una leggenda. Uno scrittore che ha attraversato un intero secolo, con i suoi compagni di strada che si chiamavano Gregory Corso, Neal Cassady, John Giorno, Charles Bukovski. L'uomo che ebbe il coraggio di pubblicare il "Grido" di Allen Gisberg, sfidando la censura, è morto il 22 febbraio. A quanto pare, la causa della morte sarebbe una malattia degenerativa dei polmoni, secondo quanto riferito al Washington Post da suo figlio Lorenzo.

Figura intensamente politica e impegnata, Ferlinghetti assurse alla notorietà internazionale proprio durante il processo che subì per la pubblicazione di "Howl" (Urlo), nel 1950. Il caso portò anche lustro alla sua Beat Generation, ai poeti e narratori antisistema che si erano ribellati contro il cuore conservatore d'America, e che facevano scandalo a colpi di sesso, droga, spiritualità a oltranza. 

Nancy Peters, sua socia per decenni, lo ricorda come «un grande poeta e un visionario, una leggenda del suo tempo e un grande cittadino di San Francisco».

Radici miste,  francesi, ebree sefardite e portoghesi da parte di madre e italiane da parte del padre, nato a Brescia nel 1872, ed emigrato negli Stati Uniti nel 1894. Morì sei mesi prima della nascita del piccolo Lawrence, il 24 marzo 1919. Ed è proprio la figura del padre mai conosciuto, a diventare uno dei leit-motiv della sua vita futura, tra un'adozione non ufficiale e l'altra. Forse proprio per questo, Ferlinghetti si definiva - anche a cento anni suonati - un eterno, romantico fanciullo contestatore. Un ragazzino, un Little Boy.

Tra le decine di suoi libri, è celebre la raccolta di versi "A Coney Island of the Mind”, ma salgono alla mente anche titoli come "Il senso segreto delle cose",  "Poesia come arte che insorge" . La sua mente non ha mai subito appannamenti, né incertezze. Anche l'ultimo suo libro, il romanzo autobiografico "Little Boy" (scritto come avrebbe potuto farlo soltanto lui), è una piccola perla che merita di essere riletta e assaporata.  Nel salutare la sua pubblicazione mostrò la solita lucidità, la solita ironia. «La cosa più importante di una vita è imparare a respirare. Parole e respiro sono a volte due cose diverse.

Little Boy è un lungo respiro. Come una vita intera». Tanti giganti della letteratura gli erano passati accanto, ma lui ci scherzava su, faceva finta di avere perso la memoria: «Beat cosa?».  

Non che non provasse nostalgia per i suoi anni d'oro. «Mi manca - confessò una volta - il buffo senso dell'umorismo di Gregory Corso. Eppure la sua poesia era così piena di premonizioni di morte».

Kerouac ambientò gran parte del suo drammatico "Big Sur" nei pressi del suo capanno sulla costa californiana: Ferlinghetti nel romanzo diventò Lorenzo Monsanto, anima nobile che aiuta lo scrittore (inutilmente) a eludere il demone dell'alcol ritirandosi nella natura. 

Ma forse è meglio ricordarlo citando i suoi versi: «Ho sognato /che mi erano caduti tutti i denti / ma la mia lingua sopravviveva / per raccontare la storia. Perché io sono un distillatore / di poesia.  Sono una banca del canto. / Sono una pianola / in un casinò abbandonato / sulla riva del mare / in una densa nebbia / che sta suonando ancora».

Oppure ancora, da Rough Song of Animals Dying:

In a dream within a dream I dreamt a dream
of the reality of existence
inside the ultimate computer
which is the universe...

Ovvero: in un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno/ della realtà dell'esistenza/ in quel computer definitivo / che sarebbe l'universo...

Ecco, forse bisognerebbe ricordarlo così: come un sogno dentro un altro sogno.

 
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