Milan Kundera, quando la polizia segreta ceca spiava l'autore de "L'insostenibile leggerezza dell'essere"

Milan Kindera
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Venerdì 20 Dicembre 2019, 18:31

Milan Kundera, l'autore de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" era spiato dalla polizia segreta comunista. Lo scrittore, 90 anni, e la moglie Vera, 83 anni, che hanno appena riacquistato la nazionalità ceca dopo esserne stati privati nel 1979, quattro anni dopo essere riparati in Francia e stabilitisi a Parigi, furono spiati e pedinati durante la dittatura comunista della Repubblica Cecoslovacca. Nei primi anni Settanta la coppia veniva seguita ogni giorno in ogni spostamento a Praga come in ogni altro paese.

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Lo rivela un'inchiesta del quotidiano francese "Le Monde", condotta con sei lunghi reportage, dopo la consultazione degli archivi a Praga che contengono la documentazione della polizia politica comunista
cecoslovacca. Dagli archivi risulta anche che spie comuniste controllarono i «movimenti e gli incontri sospetti» di Kundera anche durante il periodo iniziale del suo soggiorno nella capitale francese.

Nelle carte della polizia l'autore di "L'insostenibile leggerezza dell'essere" era indicato con due nomi in codice, «Il poeta» e «Elitista I», mentre la moglie era «Elitista II». Gli agenti segreti annotavano ogni passo fatto fuori casa da Kundera, ogni persona frequentata e fornivano ai loro superiori anche una sintesi delle conversazioni della coppia con l'aiuto di conoscenti pronti a collaborare sotto la minaccia di pesanti conseguenze, compreso
l'arresto. 

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Nei documenti, ad esempio, veniva annotato anche che il romanziere usciva di casa senza capello, «vestito con un abito scuro e con scarpe nere» oppure veniva descritta l'auto che lo prelevava a casa per fare una gita e poi si procedeva all'identificazione dell'autista.

Negli archivi comunisti, infine, si trovano persino i resoconti delle visite a una cartomante, a un museo e a una chiesa e le sintesi di banali conversazione banali con i camerieri.
 

 

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