Kierkegaard e le fake news, un incontro a New York tra le università Cattolica e St.John

Il filosofo Kierkegaard
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Venerdì 16 Novembre 2018, 16:28
La filosofia di Kierkegaard e le fake news: se ne discute a New York in un simposio organizzato dal Dipartimento comunicazione dell' Università Cattolica e dall'Institute for International Communication del College of Professional Studies della St. John's University. Un appuntamento dal titolo Verità e Comunicazione nell'epoca della disinformazione da Kierkgaard ai social medià.

Il filosofo danese, considerato da molti il padre dell'esistenzialismo, era estremamente attento ai modi della comunicazione, anzi era perfettamente consapevole che una certa modalità comunicativa potesse influire in modo essenziale sugli stessi contenuti del messaggio. Kierkegaard - spiegano gli organizzatori del convegno - comprendeva le dimensioni esistenziali dell'ambiguità nella comunicazione, ciò che chiamava 'comunicazione indirettà, e come la comunicazione stessa forma le relazioni umane.

«La grandezza di Kierkegaard è incontestabile, tuttavia come per tutti i grandi pensatori, alcuni aspetti della sua riflessione sono stati messi meno in luce di altri. Così è per il tema della comunicazione e per quello della verità», spiega il professor Fausto Colombo della Cattolica. «Qui Kierkegaard è invece straordinariamente attuale, e ci aiuta a comprendere il legame tra la trasparenza di chi comunica e la sua capacità di dire il vero - continua - Dal suo pensiero nascono prospettive illuminanti sulla dimensione etica del dire e su quanto affidare agli algoritmi di ricerca e combinazione la nostra fiducia nella verità sia paradossale e pericoloso». «Kierkegaard non potrà mai darci operativamente un algoritmo capace di individuare una 'notizia falsà, è però in grado di aiutarci a problematizzare consapevolmente che cosa significhi 'verò», afferma da parte sua Ingrid Basso, ricercatrice del Dipartimento di Filosofia dell' Università Cattolica e relatrice al simposio.

«Un'espressione che mi ha sempre colpito nel filosofo è quella di 'urlatore pubblico dell'interiorità' - precisa - lui si riferiva a un certo tipo di scrittori, però come non pensare oggi ai social network?».
In secondo luogo, prosegue Basso, «era un osservatore attentissimo della sua epoca, si è trovato ad attraversare la tempesta politica e culturale del 1848 europeo». E «i temi della libertà di stampa, di una progressiva democratizzazione della società e dei rischi del potere della cosiddetta 'opinione pubblicà sono stati affrontati dal filosofo con molta attenzione e consapevolezza».
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