A 89 anni è scomparsa la scrittrice e poetessa polacco-israeliana Irit Amiel, sopravvissuta alla Shoah, che nella sua opera ha descritto le vicende di coloro che sono stati sfiorati dal “fuoco sterminatore” senza esserne divorati dalle fiamme pur rimanendone “scottati”. Nata in Polonia il 5 maggio 1931 da una famiglia ebraica, Amiel trascorse i primi anni della seconda guerra mondiale nel ghetto Czestochowa e riuscì a salvarsi grazie a 'documenti arianì, mentre tutti i suoi familiari vennero deportati e sterminati nel lager nazista di Treblinka. Lasciata la Polonia nel 1945 per raggiungere clandestinamente la Palestina mandataria, Amiel vi arrivò nel 1947, dopo essere passata per Germania, Italia e Cipro. Da allora ha vissuto in Israele, dedicandosi alla scrittura, con lavori in prosa, raccolte poetiche e traduzioni.
La sua opera più nota è «Fratture» (tradotta nel 2010 in italiano da Keller), una raccolta di 23 racconti, inserita nella rosa dei candidati al Nike (Nagroda Literacka) 2009, il più prestigioso premio letterario polacco.