“I De Filippo, il mestiere in scena”, grande mostra a Castel dell'Ovo sulla dinastia teatrale

Eduardo, Titina e Peppino De Filippo
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Ottobre 2018, 20:09
“I De Filippo, il mestiere in scena”, in anteprima mondiale a Napoli, riempirà per cinque mesi, da domani al 24 marzo 2019, le sale dell’intero Castel dell’Ovo. La mostra monumentale, fortemente voluta dalla famiglia De Filippo, è a cura di Carolina Rosi, Tommaso De Filippo e Alessandro Nicosia, presidente di C.O.R. (Creare, Organizzare, Realizzare) a cui si deve anche l’organizzazione generale del progetto. L’esposizione, nata con il patrocinio del ministero dei Beni Culturali, si avvale della collaborazione di Istituto Luce-Cinecittà, Fondazione Eduardo De Filippo, Siae - Società Italiana degli Autori ed Editori, Rai - main media partner e Rai Teche, con la partecipazione del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux e con il sostegno di Bper Banca, Gratta e Vinci e dell’azienda agricola Scovaventi.

Attraverso più di 70 costumi di scena (tra cui quelli di “Natale in casa Cupiello”), locandine, copioni manoscritti, foto e video inediti, conservati in archivi privati, in istituti e soprattutto dagli eredi Eduardo e Luca De Filippo, partendo dal capostipite Scarpetta, si potrà ammirare l’universo di Eduardo anche nei film, nelle sue poesie, nelle sue canzoni. L’immagine guida del progetto espositivo è il disegno realizzato negli anni ‘30 da Umberto Onorato, il principe della caricatura, per promuovere le recite della Compagnia Umoristica I De Filippo che avevano come protagonisti Eduardo, Titina e Peppino. 

Dopo un exhibit iniziale curato dall’Istituto Luce-Cinecittà con la regia di Roland Sejko, si arriva alle sezioni della poesia, con 16 attori d’eccezione - da Toni Servillo a Luca Zingaretti, da Isa Danielia Lina Sastri da Marco D’Amore a Vincenzo Salemme- che interpretano i componimenti di Eduardo, per poi arrivare alla sezione del cinema, con una miscellanea dei film più popolari. Nello spazio centrale, il Salone Italia verranno allestite dodici vere e proprie isole teatrali con materiali originali, ognuna caratterizzata da un’identificazione commovente con il palcoscenico: bozzetti, copioni, lettere, oggetti e costumi di scena. Fondali - tra i quali quelli di Maccari per “Gli esami non finiscono mai” e quello di Guttuso per “Il contratto” che, sommati ai documenti filmici fanno sì che le più celebri commedie rivivano nella memoria. O si manifestino per la prima volta in tutta la loro originalità, grazie anche ai filmati che riproporranno i capolavori più celebri, da “Natale in casa Cupiello” a “Filumena Marturano”, da “Questi fantasmi!” a “Non ti pago!”.

Nelle sale superiori il percorso prosegue con altre sezioni che nascono da una ricerca di materiali provenienti da archivi pubblici e privati, ma soprattutto dagli eredi Eduardo e Luca De Filippo, i quali consentono di completare i vari ritratti non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. Una sezione è rivolta all’impegno civile, alle amicizie, ai ricordi, al rapporto con Pulcinella e alla notorietà e all’attualità delle commedie di Eduardo che nel mondo è rappresentato e tradotto in oltre 40 paesi. E per finire una sezione dedicata a tutti gli altri protagonisti della famiglia: Eduardo, Vincenzo e Mario Scarpetta; i fratelli Titina e Peppino, Luigi De Filippo fino a concludere con Luca, che ci ha lasciati così prematuramente.

«“I De Filippo. Il mestiere in scena” - spiega Tommaso De Filippo, figlio di Luca- è concepita per far vivere, in prima persona, al visitatore-spettatore lo stesso rapporto stretto, familiare, che ho avuto io con il mondo dello spettacolo, con il teatro e con i personaggi che ne fanno parte, diventa un luogo dove una famiglia viene raccontata alle famiglie. L’esposizione assume la qualità di punto di incontro e di interesse; nonni, madri, padri e figli che si ritrovano insieme per scoprire le loro controparti in questi personaggi. È ai miei coetanei che vorrei dedicare la mostra. Auspico si possa regalare loro quella curiosità verso un mondo che deve appartenere a tutti: il Teatro». Nel corso della presentazione del percorso espositivo, la Siae ha voluto omaggiare gli eredi con la riproduzione di uno dei documenti più preziosi della Biblioteca Museo Teatrale Siae, quello dell’iscrizione di Eduardo Scarpetta alla Società Italiana degli Autori . 
© RIPRODUZIONE RISERVATA