​Ritratti d’artista che diventano opere da museo: in mostra le fotografie della collezione Würth

Ritratti d’artista che diventano opere da museo: in mostra le fotografie della collezione Würth
di Nicolas Lozito
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Sabato 16 Febbraio 2019, 20:49 - Ultimo aggiornamento: 21:27
Andy Warhol e Basquiat con i guantoni da boxe. Keith Haring che guarda in camera. Marc Chagall che accarezza un suo dipinto. Sono solo alcuni dei ritratti d’artista della Collezione Würth, presentata oggi nell’Art forum dell’azienda specializzata in sistema di montaggio. “Art Faces”, così si intitola la mostra. Un catalogo di 100 foto scattate da 42 grandi fotografi per ritrarre altrettanti importanti artisti del XX secolo. Provengono dalla collezione del professor Reinhold Würth, fondatore dell’azienda da 500 milioni di fatturato l’anno, magnate e collezionista. Scatti originali, a volte inediti, una nicchia che fa parte di un corpus più ampio di 18.000 opere d’arte acquisite da Würth negli scorsi decenni.


Roy Lichtenstein fotografato da François Meyer, 1977

I ritratti d’autore, prima ancora delle fotografie, hanno una lunga storia. All'inizio c’erano le monete: venivano coniate con i ritratti di regnanti e imperatori, così che tutti potessero riconoscerne il volto, anzi, il profilo. Poi sono arrivate le statue e i busti, destinate a rappresentare le figure importanti per i secoli a venire. Nel Medioevo il ritratto dipinto era per pochissimi. Con il Rinascimento e l’umanesimo la moda è esplosa. I ritratti delle giovani principesse venivano scambiati tra i castelli per far combinare i matrimoni migliori (altroché Tinder!). I regnanti, invece, usavano i ritratti per vanità o per essere meglio riconosciuti. Per costruire un’identità o dettare una modo, nei vestiti, nelle decorazioni o nella pettinatura (altroché Instagram!). Poi è arrivato Napoleone e tutti gli altri grandi conquistatori: per loro un semplice ritratto non era abbastanza, doveva essere ambientato. In guerra, sul trono, a cavallo.

La più grande rivoluzione però arriva proprio con la fotografia. Non è una rivoluzione tecnica: è economica. Per la prima volta ritrarre qualcuno è immediato e poco costoso. Tutti potevano essere fotografati: famiglie, attori, persone famose.

Il ritratto fotografico è un genere nato con la fotografia stessa. Semplice documento, all'inizio, che con il tempo diventa interpretazione, ambientazione e riflesso complesso di una personalità.


Niki de Saint Phalle fotografata da Monique Jacot, 1963

Soprattutto se davanti all'obiettivo si mettono degli artisti. Come in questa collezione. Pensata in origine dal fotografo svizzero François Meyer nel 1975, è stata acquisita in blocco dal dottor Würth. Alle foto di fotografi del calibro di Arnold Newman, Micheal Sima, Sebastiano Piras, Igne Morath, disposte in ordine cronologico, sono alternate opere degli artisti: una statua di Dalì, un quadro di Lichtenstein, un dipinto di Max Ernst, per citarne alcuni.
La vera bellezza però sta nell'osservare gli sguardi degli artisti, mettere un volto a un nome che conosciamo, conoscere nomi di cui ignoravamo l’esistenza. La storia dell’arte del Novecento attraverso le facce di chi le ha fatte. 
«È un onore averli in Italia e poterli mostrare al pubblico gratuitamente», racconta Valentina Spagnulo, che per Würth ha curato da vicino l’allestimento italiano di questa mostra itinerante. «È pensata per i dipendenti, per i visitatori, per le famiglie e i bambini, ed è accompagnata da eventi collaterali, laboratori e dibattiti».


Salvador Dalí​ fotografato da Jean Dieuzaide, senza data

All'inaugurazione di sabato 16 febbraio ha partecipato anche Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, Centro italiano per la fotografia di Torino: «In queste foto si può studiare anche l’evoluzione della fotografia. Una volta gli artisti erano soprattutto pittori e venivano ritratti all'opera. Poi sono diventati altro, personaggi oltre che artisti. Attori, quasi. E allora c’era chi era più portato a mostrarsi al meglio, come Picasso che non si fa mai ritrarre mentre lavora, come a sfidare le consuetudini. Oppure Warhol, che era timido ma aveva perfettamente capito l’importanza della propria immagine».

Tra i tanti ritratti che riempiono perfettamente gli spazi dell’Art forum colpisce uno più di tutti. Piet Mondrian ritratto da Arnold Newman nel 1943. Il fotografo diceva: «Ciò che conta non è quello che fotografiamo - scriveva Newman - ma come lo fotografiamo». E infatti Mondrian, l’uomo dei quadrati colorati, nello scatto diventa anche lui un perfetto soggetto ortogonale, appoggiato senza sorriso al suo cavalletto. Un ritratto d’artista che diventa a sua volta opera d’arte. 


Piet Mondrian fotografato da ​Arnold Newman, 1942

Art Faces. Ritratti d'artista nella Collezione Würth"

Art Forum Würth di Capena, Via della Buona Fortuna 2
Dal 18 Febbraio 2019 al 14 Marzo 2020.
Orario: lun-sab ore 10-17.
Ingresso gratuito.
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