Luca Barbarossa: «Morricone, Maestro discreto e rigoroso: vanto per Roma»

Luca Barbarossa: «Morricone Maestro discreto e rigoroso, vanto per Roma»
di Luca Barbarossa
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 10:56

La morte silenziosa, lucida e discreta del maestro Ennio Morricone mi ha suscitato alcune riflessioni sul concetto di romanità e sui luoghi comuni che ne conseguono. Romani si nasce o si diventa; per scelta, caso o frequentazione assidua. A Roma hanno creato le loro opere artisti nati o approdati nella Capitale dalla provincia più profonda e sperduta, diventando a pieno titolo romani ad honorem. Ennio Morricone è romano che più romano non si può, la sua vita e le sue opere hanno smentito ogni pigra convenzione sul romano cialtrone, svogliato, indolente, volgarotto che ci viene propinato da decenni.
Si svegliava presto, il Maestro, liberando il suo talento incontenibile con infaticabile dedizione alla sua arte. Così ha fatto nel corso di tutta la sua vita creativa. Con le sue composizioni, al servizio di film memorabili, è diventato colonna sonora non solo delle immagini che scorrevano davanti ai nostri occhi ma della nostra stessa esistenza. Immenso artista ma con spirito artigiano, serio, concreto, competente, unico, schivo. Gli fanno compagnia altri romani eccellenti (indigeni o acquisiti), come Monicelli, Scola (genio di provincia accolto e adottato da mamma Roma), Magni, Leone, Sordi, Mastroianni, Fabrizi, Magnani, Rossellini, Manfredi (ciociaro ma romano in arte). Potremmo non fermarci più arrivando a tempi più recenti con De Gregori, Piovani, Elio Germano, Favino, Kim Rossi Stuart. Romani di talento, artisti meravigliosi e di respiro universale, fuori dal tempo, lontani anni luce dallo stereotipo del romano chiassoso e guascone, condannato all'approssimazione e all'inganno di se stesso e degli altri. Che onore, che orgoglio sapere che Roma e la romanità siano state rappresentate nel mondo da personalità autorevoli come quella di Ennio Morricone. Pur nel dolore per la sua scomparsa, il modo di intendere la vita ed il lavoro di Ennio Morricone, restano di conforto per tutti quei romani che, nonostante le difficoltà, fanno onestamente il loro lavoro con passione, dedizione e serietà. Grande Maestro, grazie di cuore dal cuore di Roma, stavolta sì: caput mundi.
P.S Spero tanto che l'Auditorium Parco della Musica, altra eccellenza romana, porti il nome del Maestro. E chi altri se non lui?
 

 

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