Ferrara al Meis c'è la mostra "Mazal Tov! Il matrimonio ebraico dal passato ai giorni nostri"

Dettaglio della tavola di Emanuele Luzzati (1921-2007) "Il matrimonio"
di Francesca Nunberg
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Sabato 29 Maggio 2021, 17:25

Per presentare la mostra il direttore del Meis Amedeo Spagnoletto racconta una storia tratta dal Midrash: «Un giorno una matrona romana incontra un rabbino e gli chiede: cosa ha fatto Dio dopo la creazione, sappiamo che il sabato si è riposato, ma poi cos’altro ha fatto? E il rabbino risponde: Dio si occupa delle unioni, di accoppiare le persone. E la matrona: ma quello lo so fare anch'io! E allora il rabbino replica: ti sbagli, perché accoppiare l’uomo e la donna è difficile come dividere le acque del Mar Rosso. Non è scontato, è un'impresa trovare l’unione giusta e riuscire a mantenerla». «E non a caso - aggiunge Spagnoletto - il matrimonio è una delle istituzioni che hanno mantenuto vivo il popolo ebraico e in Italia garantito la prosecuzione dell’identità per oltre duemila anni. Pensando a quanti in questi due anni di pandemia hanno dovuto sospendere i loro progetti matrimoniali abbiamo voluto offrire ai visitatori una mostra che facesse bene al cuore». Aprirà il 4 giugno al Meis, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, la mostra “Mazal Tov! Il matrimonio ebraico!”, curata da Sharon Reichel e Amedeo Spagnoletto e allestita dall’architetto Giulia Gallerani (il titolo si può tradurre con buona fortuna). L’esposizione, che resterà aperta fino al 5 settembre, ha il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, dell’Unione delle comunità ebraiche italiane e della Comunità ebraica di Ferrara.

 

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«Dopo mesi di chiusura forzata a causa dell’emergenza sanitaria – spiega Dario Disegni, presidente del Meis - abbiamo deciso di inaugurare la riapertura con una mostra gioiosa, un vero e proprio “invito a nozze”.

Il matrimonio è una pietra miliare per l’ebraismo, simboleggia la continuità dei riti e delle tradizioni ed è contrassegnato da una cerimonia vitale e ricca di significati». «Mazal Tov! - aggiunge Spagnoletto - è una esposizione che racchiude in sé il passato e il presente, riti millenari e pratiche moderne. Il matrimonio ebraico si nutre di precetti e riti del passato, affonda le sue radici nella Bibbia, eppure convive con il presente e dialoga con la cultura nella quale è immerso, segna la nascita di una nuova famiglia. Abbiamo voluto raccontare proprio questo equilibrio tra antico e moderno, accostando preziosi documenti a opere di arte contemporanea. Al centro ci sono decine di storie, frammenti di discorsi amorosi lunghi secoli e fissati per sempre attraverso oggetti, scritti e fotografie».

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Al centro dell'allestimento nei saloni del Meis ci sarà dunque una chuppah, il baldacchino di tessuto che unisce simbolicamente sotto lo stesso tetto i due sposi, e potranno ammirare numerose Ketubbot, gli atti nuziali nati anche con lo scopo di tutelare i diritti della donna e che con il tempo si sono arricchiti con finissime decorazioni (verranno esposte quelle del ‘600 e del ‘700 custodite dalle Gallerie Estensi di Modena), ci sarà il teatrino realizzato dall’artista genovese Emanuele Luzzati proveniente dal Museo Ebraico di Bologna e il filmato di un matrimonio contemporaneo. L’esposizione prosegue con una riflessione sul riconoscimento del matrimonio ebraico da parte dello Stato Italiano e il racconto - attraverso cimeli di famiglia - delle tradizioni che con il tempo hanno caratterizzato le nozze: la dote, i regali per lo sposo e per la sposa (che possono variare da una edizione completa del Talmud a un orologio griffato) e la produzione di componimenti d’occasione. Tra gli esemplari in mostra, un oggetto unico, con una storia tutta da riscoprire: l’album di dediche realizzato dal drammaturgo Sabatino Lopez in onore delle nozze di suo fratello Corrado e della moglie Ada Sadun. Critico letterario e commediografo di successo nella Milano di inizio ‘900, Lopez decise di donare ai due sposi un albo decorato con le firme di amici e colleghi d’eccezione, tra cui Giovanni Pascoli, Giovanni Verga, Giosuè Carducci, Eleonora Duse, Giacomo Puccini, Federico De Roberto e tanti altri protagonisti della letteratura e del teatro italiano.

Ad arricchire la mostra anche opere di arte contemporanea: Sigalit Landau firma “Salt Crystal Bridal Gown”, un progetto in collaborazione con il fotografo Yotam From - che segue il processo di cristallizzazione di un abito nero immerso nel Mar Morto ed è ispirato all’opera “Il Dibbuk” di S. Ansky, la storia di una giovane sposa posseduta da uno spirito. Florah Deborah, francese di nascita e milanese di adozione, rielabora e fa comprendere al visitatore il mikveh, il bagno rituale in apposite vasche piene di acqua piovana o sorgiva che compiono le donne alla vigilia del matrimonio. La sua opera “Una per Tutte, Tutte per Una” è stata realizzata appositamente per il Meis. L’opera su tela di Jenny Hassan, artista romana, si concentra sul calice degli sposi. La frase che la incornicia è un verso del salmo 137 che viene pronunciato ad alta voce durante la rottura del bicchiere in ricordo della distruzione dell’antico Tempio di Gerusalemme.

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E per arrivare ai giorni nostri, il Meis ha lanciato nelle scorse settimane la call to action “Un amore da condividere” per raccogliere foto di coppie di sposi italiani che saranno esposte in mostra, un viaggio visivo dagli anni ‘30 del ‘900 al 2000 inoltrato. Il progetto è arricchito anche dalle foto storiche dell’archivio della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano-Cdec. «Con questa mostra – spiega la curatrice Sharon Reichel - abbiamo voluto approfondire la relazione che lega gli oggetti alle persone e, insieme ai manufatti storici, abbiamo deciso di aprire alcune finestre sulla contemporaneità per far capire in modo tangibile come l’ebraismo sia una religione e una cultura viva». A partire da venerdì 4 giugno il museo sarà aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. I temi trattati nelle sale della mostra verranno approfonditi attraverso eventi online con la serie di incontri #MAZALTOV! lanciata sulla piattaforma Zoom. Si esploreranno alcune delle infinite sfumature del matrimonio ebraico: dall’arte della Ketubbah al divorzio, dai racconti resi celebri dalle serie tv e dai film alle vicende delle famiglie ebraiche italiane. Per rimanere aggiornati: www.meisweb.it.

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