Domus Aurea, svelate in 3D le stanze segrete di Nerone

Domus Aurea, svelate in 3D le stanze segrete di Nerone
di Laura Larcan
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Martedì 31 Gennaio 2017, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 16:39

C'è chi scommette che neanche Nerone l'ha mai vista così, la sua Domus Aurea. La tecnologia riesce a svelare in un modo del tutto inedito un capolavoro assoluto che forse duemila anni fa era solo intuito. Ora la realtà virtuale di ambienti immersivi consente un viaggio multisensoriale per comprendere a 360 gradi la reggia-meteora di Nerone, realizzata in appena quattro anni e distrutta subito dopo la morte di Nerone sotto la scure della damnatio memoriae. A presentare questo archeo-show imperdibile, al debutto dal 4 febbraio (costo del biglietto 14 euro più 2 euro di prenotazione obbligatoria) il Soprintendente per l'area centrale di Roma Francesco Prosperetti, l'archeologo responsabile della Domus Aurea Alessandro D'Alessio e l'architetto Stefano Borghini della Katatexilux, la società di Amelia (Umbria), con uno staff di 10 persone, che ha firmato le installazioni multimediali.




IL PROLOGO. Si comincia nella galleria d'ingresso. Il pubblico, organizzato per gruppi di 25 persone a turno, può assistere alla maxi proiezione emozionale tridimensionale (durata circa sette minuti) sull'antica parete di laterizi e intonaco (l'effetto è da cinema in 3D), dove viene ricostruita la storia del monumento, dall'impresa architettonica e urbanistica di Nerone, con volo ad uccello sulla valle dove poi verrà costruito il Colosseo (mirabile l'incontro ravvicinato col Colosso neroniano), passando per le trasformazioni e il seppellimento sotto strati di terra ordinato dall'imperatore Traiano (che usò la Domus Aurea come fondazioni per le sue Terme), fino ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale quando le gallerie vennero usate come rifugio per gli sfollati. 

LA SALA DELLA VOLTA DORATA. La seconda postazione da archeo-show è offerta dalla Sala della volta dorata dove il virtuosismo del progetto di realtà virtuale regala davvero un picco di vertigine. Un'esperienza del tutto nuova sul fronte della fruizione del patrimonio archeologico. Un applauso, allora, ai creatori di questo spettacolo. Il pubblico potrà sedersi su 25 postazioni computerizzate, potrà calzare uno speciale visore e godersi 6 minuti di viaggio immersivo in quella che era una delle sale più suggestive e preziose dell'ala orientale del padiglione sul Colle Oppio. Ecco che le pareti si rivestono magicamente (in perfetta scala e sovrapposizione in videomapping) di marmi, stucchi, decorazioni, fino a restituire quella preziosa epidermide di pitture e cornici in foglia d'oro che caratterizzava la volta a botte. Ma non finisce qui. Il coup-de-theatre è l'effetto di movimento. Il pubblico, da seduto, proverà la vertigine di alzarsi fino a dodici metri d'altezza, per vedere da vicino (ecco, forse neanche Nerone ha potuto tanto!) le decorazioni, quasi evocando l'esperienza degli artisti del Rinascimento che si calarono dal Colle Oppio, alla luce delle torce, sugli strati di terra che riempivano la sala. Ma non finisce qui. Altro gioco mozzafiato è lo squarcio virtuale della parete di terra (che oggi chiude la sala sul fronte Sud), per aprirsi su colonnati, giardini, terrazzamenti, fontane con cui la Domus Aurea si affacciava sulla Valle del Colosseo. Il pubblico può camminare in quei giardini, vedere ondeggiare fili d'erba e fiori,  godersi i riverberi di luce riflessi sugli specchi d'acqua e affacciarsi sulla Roma di Nerone, scrutando lo skyline del Palatino e del Celio. Sensazionale.

I PROTAGONISTI. «Cancelliamo ciò che Traiano aveva fatto, per ritrovare la vera luce della Domus Aurea, e liberare il monumento dalla memoria collettiva di una grotta», questa la sfida tecnologica dell'architetto art director Stefano Borghini, orgoglioso oggi di presentare un'opera basata su una puntuale ricerca scientifica, dove nulla è improvvisato o lavorato di fantasia hi-tech. Soddisfatto il Soprintendente Prosperetti per un'impresa inedita che si accompagna ora alla imponente operazione di restauro della Domus Aurea. Restyling che ha oggi la sua nuova tabella di marcia grazie al finanziamento di 13 milioni di euro assegnato dal ministro della Cultura Dario Franceschini. Come annuncia Prosperetti: la Domus aurea potrà rinascere «in quattro o cinque anni» e «nel 2022 potrà essere interamente aperta al pubblico», diventando «finalmente patrimonio di tutti», dopo un intervento di restauro che prevede il risanamento sia dell'interno che dell'esterno della Reggia di Nerone. 

IL DIRETTORE ALESSANDRO D'ALESSIO. La Domus Aurea, dunque, sarà restituita al pubblico in modo permanente nel 2022? Una sfida per l'archeologo responsabile del monumento Alessandro D'Alessio: «Io me lo auguro, l'obiettivo è questo», dice D'Alessio, da due anni alla guida del cantiere di un monumento capolavoro che vorrebbe continuare a seguire da vicino, con il suo staff, anche dopo la svolta della nascita del parco archeologico del Colosseo (che comprenderà la Domus Aurea). «I lavori mirano a eliminare le cause del degrado della Domus aurea che sono dovute all'instabilità termoigrometrica all'interno del monumento», spiega l'archeologo.

In pratica, a danneggiare le strutture sono gli sbalzi di temperatura, le percolazioni dell'acqua e l'umidità che proviene dalle radici degli alberi piantati sopra la Domus. Ecco perchè «il grande progetto che portiamo avanti verte sulla messa in sicurezza all'interno del monumento, agendo anche sui 16mila metri quadrati, pari a tre campi da calcio, del parco del Colle Oppio - aggiunge D'Alessio - Stiamo sostituendo il parco con un nuovo sistema di protezione integrato su cui insisterà un giardino sostenibile che elimina il peso degli alberi sulla Domus». Con il progetto «speriamo di dare anche riqualificazione al parco del Colle Oppio, che non è di competenza della Soprintendenza» conclude il direttore. 

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