Cinema, torna restaurato il docufilm di Antonioni "Lo sguardo di Michelangelo": omaggio al tormentato Mosè

Cinema, torna restaurato il docufilm di Antonioni "Lo sguardo di Michelangelo": omaggio al tormentato Mosè
di Laura Larcan
4 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Ottobre 2017, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 14:45

L’opera più tormentata di Michelangelo e il cortometraggio più estatico di Michelangelo Antonioni. Quasi cinque secoli di distanza per due gioielli d’arte che sembrano l’uno l’alter ego dell’altro. Eccoli accendersi dalla penombra della navata della chiesa romana di San Pietro in Vincoli. Il titanico tragico Mosè incastonato a fatica nella macchina marmorea della leggendaria Tomba di Giulio II. E il documentario che nel 2003 il regista ferrarese dedicò al capolavoro del Buonarroti, quello “Sguardo di Michelangelo” acclamato dalla critica del Festival di Cannes nel 2004 come la «cosa più bella di quell’edizione». La sottile linea rossa è quell’omonimia che trasuda genialità. Due opere, due maestri in un dialogo serrato sulle pareti della basilica cinquecentesca. Una vicinanza senza precedenti. Da vertigine. E in occasione dei dieci anni dalla morte del cineasta (era il 30 luglio del 2007), lo spettacolo imperdibile va in scena. L’operazione porta la firma dell’Istituto Luce Cinecittà insieme al Gioco del Lotto per un traguardo che fa già battere il cuore ai cinefili.
 

 


Perché il film è stato al centro, dall’inizio dell’anno, di un restauro hi-tech, con una complessa e accurata riconversione in digitale realizzata direttamente dai negativi originali di scena e di suono.

Un’impresa che sarà svelata stasera in anteprima, alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha fortemente voluto il progetto (non fosse altro per la bella Ferrara che li lega). «Grazie al restauro della pellicola - commenta Franceschini - possiamo vivere l’esperienza di assistere alla proiezione di questo testamento d’artista nel luogo stesso in cui fu girato e ricordare così un grande maestro del cinema». Dopo l’anteprima di stasera, con la collaborazione della Soprintendenza speciale di Roma, il pubblico potrà assistere gratuitamente alle proiezioni da domani al 10 ottobre (negli orari di visita della Basilica: 8.30-12.20/15-19).

“Lo sguardo di Michelangelo”, come ricorda Franceschini, fu «diretto, girato e anche interpretato da Antonioni con un coraggioso debutto da attore nel 2004, in occasione del restauro della Tomba di Giulio II». Le immagini scansionate ad altissima risoluzione, pulite digitalmente con l’eliminazione di tutti i segni del tempo, ricche di luce vivida, restituiscono ora l’intensità e la complicità (al limite del sensuale) del lungo dialogo di sguardi. Dagli occhi chiusi della statua del Papa guerriero, a quelli potenti del Mosè, passando per gli stessi occhi temerari di Antonioni che osservano fissi a lungo lo sguardo del Mosè. «Con questo film ci offre la sua ultima lezione di regia - riflette Enrica Antonioni coautrice dell’opera - il suo sguardo profondo che vuole andare oltre la materia, così come faceva il Buonarroti che sfidava sé stesso nella sua straordinaria abilità a scolpire per arrivare all’ultimo strato di marmo fino a renderlo trasparente, fino ad arrivare all’anima della pietra». Ma c’è molto di più nel gioco di sguardi, che si coglie ora dopo l’intervento che ha restituito la lucentezza e la ricchezza alla fotografia. Gli occhi severi del Mosè che echeggiano il tormento di Michelangelo per quella committenza segnata dalla lacerante gestazione di quarant’anni di progetti trascinatisi, per le velleità di Giulio II, dal 1505 al 1545.

Ma anche gli occhi del Mosè che sanno evocare l’impercettibile torsione nervosa della testa verso una originaria fonte di luce naturale che penetrava nella navata di San Pietro in Vincoli da un finestrone nascosto sulla parete in alto accanto al monumento funerario (perduto nel ‘700).
Non a caso, il cortometraggio girato quattordici anni fa, indagava la Tomba di Giulio II dopo l’importante restauro del 2001 condotto da Antonio Forcellino (cui si deve la scoperta di un documento che attesta come Michelangelo avesse «voltato la testa» verso la luce irradiata dalla finestra), sempre supportato da Lottomatica. “Lo sguardo di Michelangelo” digitalizzato segna oggi una nuova tappa nel percorso di riscoperta del monumento, passato incredibilmente anche per i contributi musicali di Michael Nyman e le immagini di Helmut Newton. Fino alla nuova illuminazione ad arte di Mario Nanni inaugurata a gennaio 2017. Buona visione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA