Alla Biennale di Venezia l’artista saudita Shono propone l'albero che svela il segreto della vita

Alla Biennale di Venezia l’artista saudita Shono propone un albero che svela il segreto della vita
di Rossella Fabiani
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Martedì 26 Aprile 2022, 17:11

Tra gli artisti che espongono le loro opere alla 59esima edizione della Biennale Arte di Venezia diretta da Cecilia Alemani che si è aperta il 23 aprile ce n’è uno davvero particolare. E’ Muhannad Shono che rappresenta il suo Paese, l’Arabia Saudita, con una grande installazione lunga più di 40 metri che esplora i temi della creazione, della rigenerazione, della natura e della mitologia. Intrecciando – è veramente il caso di dirlo – la modernità delle forme e dei materiali con le radici della tradizione. “L’albero dell’apprendimento” è una struttura organica, un’immensa chioma scura e orizzontale, costituita da foglie di palma dipinte di nero che ondeggiano impercettibilmente rilasciando il suono del vento e della natura nelle fronde. Una forma evocativa che riempie l’intero padiglione, nella Sala d’Armi dell’Arsenale, incarnando la ricerca artistica di Shono sulla linea e sul suo potere che è, insieme, creativo e distruttivo. La curatrice Reem Fadda sottolinea come l’opera faccia riflettere sugli effetti irreversibili che la parola scritta e i segni incisi hanno nella storia.

Chi è Muhannad Shono

Muhannad Shono, rappresentato dalla Athr Gallery di Jeddah, è un artista visivo multidisciplinare che vive a Riyadh, la capitale saudita, dove è nato 45 anni fa.

Si è laureato in architettura alla King Fahad University of Petroleum and Minerals, a Dhahran. Ed è una delle voci più convincenti della nuova generazione di artisti sauditi: i suoi lavori sono esposti da Berlino a Londra, da Barcellona a Toronto. Una sua installazione è anche al GAM, lo Sculpture Garden di Torino. La pratica artistica di Shono mette in discussione le verità. Indagando la linea tracciata e l’identità di chi la tira, Shono interroga l’impatto della scrittura e la nascita del pensiero. Per lui, impiegare la linea o lasciare una traccia costituisce un vero e proprio “atto di potenza creativa”. E il suo albero dell’apprendimento racchiude tutti i concetti centrali della sua pratica, interrogando il sé, la tradizione e il mondo naturale.

Partendo dalle storie di Al Khidr, una delle figure più misteriose del Corano dove viene ricordato nella Sūra XVIII ai versetti 58-61. Anche chiamato “l’uomo verde” perché una volta “si sedette su una terra arida e bianca e questa fu subito ricoperta da lussureggiante vegetazione”, Al Kidr incontrò e aiutò Mosè (uno dei cinque grandi profeti anche per l’Islam con Noè, Abramo, Gesù, e Maometto) e, nonostante non fosse un profeta, si conquistò il titolo di murshid (iniziatore) dei profeti proprio a dimostrare che “sopra ogni sapiente ce n’è un altro”. Una massima ripresa poi nei testi di Rumi, il fondatore del sufismo, la corrente più mistica dell’Islam. La storia di Al Khidr ha avuto una profonda influenza sulla vita personale e creativa di Shono che gli ha voluto dedicare l’opera esposta ora alla Biennale Arte di Venezia. Sponsorizzata dalla “Visual Arts Commission” che è una delle undici commissioni patrocinate dal ministero della Cultura dell’Arabia Saudita, l’installazione rimarrà esposta all’Arsenale-Sale d’Armi fino al 27 novembre 2022.

Nel commentare la sua opera, Shono ha detto: “Il mio lavoro incarna il potere dell’immaginazione che cresce a dispetto di ogni limite del possibile, dando così prova di resilienza. È la resilienza che ci insegna la natura nei suoi continui cicli di morte e di ricrescita, come nel caso degli alberi che sono nutriti dalle ceneri degli incendi”. Il padiglione saudita si allinea così al tema generale della 59esima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia: “Il latte dei sogni”. Un tema tratto dal titolo del libro di favole dell’artista surrealista Leonora Carrington, The Milk of Dreams (Il latte dei sogni) che descrive un mondo immaginario magico, dove ognuno può cambiare, trasformarsi, diventare qualcosa o qualcun altro. E, in effetti, il lavoro di Muhannad Shono scruta le possibilità illimitate dell’immaginazione umana e dell’uomo stesso. Ieri, oggi e nelle generazioni a venire.

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