«Questo lavoro colpisce per l’intensità e l’immediatezza con cui è in grado di parlare a chiunque – osserva Tedeschi – L’arte, quando vera, ha questo pregio: abbatte le barriere.
Ci invita a entrare in discussione con noi stessi. I ritratti animali ad alta precisione, penetranti, diversi per natura e habitat, fanno emergere con potenza il tema delle differenze come espressione d’innata eleganza da scoprire e stimare in uno spirito di vera integrazione»
Leoni, tigri, cavalli, orsi polari e piccoli koala sono protagonisti di una mostra originale, curiosa, in cui si può giocare a riconoscere le bandiere del mondo, le terre in cui si è stati e quelle lontane che non si sono mai viste. Un riepilogo cartografico colora il volto di un grande leone, in cui i simboli delle varie nazioni non sono affiancati in base al confine fisico ma per interazione cromatica, costringendo a ridefinire i confini in uno spirito di identità armonica globale. Una nuova opera pensata per l’esposizione di Bruxelles lancia un altro messaggio: il re della foresta è immerso nei fogli del trattato istitutivo della Nato, che riporta le firme dei capi di Stato dell’epoca: un modo per ricordare come la collettività si protegga nella diversità e comuni intenti si traducano in pace e benessere per tutti i popoli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA