L’Aquila, Todi e Venezia: dal 12 al 24 settembre un Festival per tre città dedicato all'artista americana Beverly Pepper

Il Parco di Beverly Pepper a Todi
di Francesca Nunberg
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Lunedì 24 Agosto 2020, 12:51
L’Aquila, Todi e Venezia, tre città unite per celebrare la rinascita dopo mesi di chiusura forzata, nel nome dell’artista americana Beverly Pepper. Ma anche l'arte per ripensare i centri urbani come scenografie che uniscono le bellezze del passato con le suggestioni culturali del presente, luoghi non solo per l'arte ma anche per l'artigianato e le eccellenze italiane. E' questo il senso del primo Festival delle Arti, organizzato dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper in collaborazione con il Comune di Todi e la Beverly Pepper Usa Foundation. Dal 12 al 24 settembre le tre città che ospitano opere della scultrice scomparsa lo scorso febbraio diventeranno il punto di incontro di artisti di varie estrazioni. E saranno 60 tra maestri musicisti, scultori, pittori, orafi, vetrai a mostrare come le arti del passato siano sempre attuali nel rendere splendide le città. Dal 18 al 20 settembre inoltre per tre giorni si avranno concerti a ingressso gratuito nei vari spazi urbani dedicati.

Il rapporto tra Beverly Pepper e l’Italia è stato profondo e appassionato fin da quando vi si trasferì oltre mezzo secolo fa. Per questo, nel 2018, quando aveva ormai superato i 90 anni, decise di creare fra le colline di Todi una Fondazione a proprio nome per incentivare gli investimenti in cultura e nelle arti.
«In verità erano anni che ne parlavamo - dice Michele Ciribifera, 51 anni, scultore lui stesso da quando ne aveva 17, che oggi ne è il presidente - ma avevamo sempre altri impegni, così un bel giorno lei andò dal notaio e creò la fondazione. L'idea del Parco era nata addiruttura nel 2009, mentre eravamo in viaggio verso Pietrasanta. Beverly fece una donazione, nacque il Parco, ma eravamo consapevoli del fatto che andasse rilanciato ogni anno, in Umbria ce ne sono tanti.  E insieme abbiamo discusso anche del festival, che lei però non ha fatto in tempo a vedere. Todi è sempre stata una fucina di artisti, da D'Orazio e tutta la Scuola romana, Beverly voleva che la città rinascesse».

Il Festival ha un format originale con protagonisti nazionali e internazionali, le tre città che lo ospitano sono accomunate dal fatto di ospitare opere di land art della Pepper: l’evento d’apertura sarà a L’Aquila, sabato 12 settembre, con una perforance musicale dedicata ai classici del jazz della Big Band del Conservatorio della città. Scenario sarà l’Amphisculpture al Parco del Sole, il teatro all’aperto di tremila metri quadri e 1800 posti a sedere (il più grande del centro-sud), disegnato da Beverly Pepper all’ingresso della Basilica di Collemaggio e donato a L’Aquila dopo il sisma del 2008. Il “palcoscenico centrale” lo offrirà Todi, borgo amato dalla scultrice americana nel quale trovano collocazione permanente alcune delle sue più celebri sculture. Qui il 18 settembre ci sarà una giornata di commemorazione e dal 19 al 20 spazi urbani assai diversi tra loro (parchi cittadini, cortili dei palazzi storici, piazze, gallerie, negozi) ospiteranno quadri, installazioni, sculture, mostre, spettacoli e concerti. Tutti ad accesso gratuito. La tappa conclusiva vedrà invece protagonista Venezia. Nello Spazio Thetis - Arsenale Novissimo della città lagunare, che già ospita in maniera permanente le celebri Todi Columns, verranno eseguite performance di danza contemporanea e percussioni. Il programma completo è disponibile sul sito www.fondazioneprogettibeverlypepper.com.

«Il primo Festival delle Arti è stato concepito per essere un grande progetto, un’occasione di incontro e contaminazioni tra arte, musica, danza e teatro - continua Michele Ciribifera - vorremmo che diventasse un punto di riferimento e di promozione per gli artisti italiani e stranieri di livello internazionale.
Quest'anno ovviamente si svolgerà in forma ridotta, con strane contaminazioni. Io e la vicepresidente Elisa Veschini abbiamo pensato di collocare i vari artigiani anche nei negozi cittadini, un orefice esporrà in un negozio di abbigliamento, un fabbro nel laboratorio di un parrucchiere, e così via, per ebanisti, restauratori, vetrai , cc. Valorizzando quelle eccellenze che avevano colpito Beverly al punto da farla trasferire in Italia. 
“Niente è impossibile”, come lei amava ripetere, anche di questi tempi».
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