Trevignano, dal 26 settembre i fantasmi della libertà al FilmFest

Trevignano, dal 26 settembre i fantasmi della libertà al FilmFest
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Lunedì 23 Settembre 2019, 22:08 - Ultimo aggiornamento: 22:44
Torna il Trevignano FilmFest, giunto all'ottava edizione e intitolato quest'anno “I fantasmi della libertà – Cinema, democrazia e dittature”. Quattordici film sulla crisi del nostro bene più caro, con varie anteprime, come il documentario “Herzog incontra Gorbaciov” e diversi ospiti illustri, dal regista scozzese Armando Iannucci a Furio Colombo, a Lea Polgar, scampata alle leggi razziali del 1938.                                                                                                                                                   
Alla democrazia che soffre in tutto il mondo, minacciata com’è dalle crescenti diseguaglianze sociali, da sovranismi e populismi, dalla tecnocrazia e dalle “fake news”, è dedicato il “Piccolo, grande Festival” in programma nello storico Cinema Palma della cittadina sul lago di Bracciano da giovedì, 26 settembre, a lunedì 30, con il patrocinio della Camera dei deputati.

IL PROGRAMMA DEL TREVIGNANO FILM FEST

Verranno proposti agli spettatori otto film di fiction e sei documentari. Un’anteprima assoluta sull’uscita in sala è “Herzog incontra Gorbaciov”, documentario dell’illustre regista tedesco, che sarà commentato da Francesca Sforza, giornalista della Stampa, già corrispondente da Mosca. Una primizia è anche il danese “Sons of Denmark”, con il regista Ulaa Salim che immagina le elezioni danesi del 2025, dominate da xenofobia e azioni terroristiche. “What is Democracy”, della canadese Astra Taylor, introduce il tema, muovendo da Platone per arrivare ai giorni nostri.

Lo sguardo del FilmFest, rassegna animata da un team di giornalisti volontari - presidente della rassegna è Corrado Giustiniani, direttore artistico Fabio Ferzetti - è rivolto anche al nostro passato. Ad esempio, vedremo il documentario di Pietro Suber “1938 - Quando scoprimmo di non essere più italiani”, sulle leggi razziali e la deportazione degli ebrei. Assieme all’autore interverrà Lea Polgar, testimone di quei tempi e scampata alle deportazioni. O l’altro documentario di Enrico Caria “L’uomo che non cambiò la storia”, sulla curiosa vicenda dell’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, che accompagnò in visita d’arte a Firenze e a Roma Hitler e Mussolini con il proposito (rimasto tale) di ucciderli.

Un film di fiction con una vena tragicomica è “Morto Stalin se ne fa un altro” e  ospite della rassegna sarà il regista scozzese di origine napoletana Armando Iannucci, definito in Inghilterra “Il messia della satira politica”. Molto noto per le sue serie radiofoniche e televisive, tra le quali “Veep”, Iannucci esordì alla regia cinematografica nel 2009 con il premiato “In The Loop” e, dopo “The Death of Stalin”, è appena uscito quest’anno “The Personal History of David Copperfield”.

“Il vizio del potere” di Jason Reitman racconta invece lo scandalo sessuale che investì nel 1987 il candidato democratico alle presidenziali Usa Gary Hart, interpretato da Hugh Jackman. A commentare il film e a inquadrare i fatti storici verrà Furio Colombo, giornalista, politico, docente universitario, che sarà introdotto da Luciana Capretti, giornalista del Tg2. “Una notte di 12 anni”, di Alvaro Brechner riprenderà gli anni della dittatura in Uruguay, mentre “Vota Waldo”, gustoso film Netflix di Bryn Higgins della serie “Black Mirror”, storia di un pupazzo che attraverso la tv condiziona pubblico ed elettori, fornirà lo spunto per un confronto sul “populismo digitale”, guidato dai docenti di “Roma 3” Umberto Zona e Martina De Castro.

Un protagonista del cinema americano, come Michael Moore, se la prenderà con Donald Trump, ma anche con Barack Obama, nel suo documentario “Fahrenheit 11/9”. “I had a dream” è invece un film dell’italiana Claudia Tosi, anche lei ospite del FilmFest, con un affresco sulla crisi di contenuti e di motivazioni della politica nostrana, e a dialogare con lei e con Daniela Depietri sarà Riccardo Barenghi, de la Stampa, noto anche con lo pseudonimo di Jena.  

“In guerra” di Stéphane Brizé è invece una fiction che ci porta in una fabbrica francese di cui è stata decretata la chiusura per spostare la produzione altrove, e a parlarne con gli spettatori sarà Riccardo Staglianò, giornalista di Repubblica e scrittore, mentre nel tradizionale spettacolo del lunedì per le scuole verrà proposto ai ragazzi il gustoso e già pluripremiato “Krenk” di Tommaso Santi, che sarà ospite della rassegna, seguito da “La Mélodie” di Rachid Hami.  

Una navetta gratuita farà la spola fra il grande parcheggio all’inizio del paese e il cinema, nell’orario degli spettacoli. Quest’anno, oltre al pieghevole con le schede di tutti i film, realizzate da Fabio Ferzetti, e a una raccolta di giudizi della stampa internazionale, curata da Michele Concina, verrà donato agli spettatori un opuscolo che ricorda le sette edizioni precedenti della rassegna a tema, dedicate a: cinema e scuola, crisi economica, migrazioni, religioni, diritti negati, il futuro e, nel 2018, il viaggio.

Con 10 euro, quelli dell’iscrizione all’Associazione culturale Trevignano FilmFest, gli spettatori potranno vedere di tutti e quattordici i film. 

 
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