Festa del cinema, Tom Hanks sul red carpet: «Sogno un film con Benigni»

Festa del cinema, Tom Hanks sul red carpet: «Sogno un film con Benigni»
di Gloria Satta
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 21:39

Il presidente della Repubblica Mattarella in platea con il ministro Franceschini e la sindaca Raggi, Tom Hanks a tu per tu con il pubblico, un film tutto di neri come Moonlight destinato a movimentare gli Oscar too white, troppo bianchi: ieri all'Auditorium ha preso il via in grande stile l'undicesima edizione della Festa di Roma che si chiuderà trionfalmente domenica 23 con Roberto Benigni protagonista dell'ultimo incontro ravvicinato.
Intanto, sono già aumentati del 15 per cento i biglietti venduti. Hanks, primo mattatore della Festa, ha ricevuto il Premio alla Carriera dalle mani di Claudia Cardinale, raccontato al pubblico il suo percorso artistico sfociato in due Oscar (per Forrest Gump e Philadelphia) e parlato senza filtri di cinema, famiglia, politica, Trump e Berlusconi compresi. Incalzato dal direttore Antonio Monda, l'attore 60enne è stato protagonista di un autentico show a base di battute e ha fatto perfino l'imitazione del modo di esprimersi dei giornalisti romani. Le presidenziali americane? «Il festival della m...», ha esclamato Tom, scusandosi preventivamente per il termine fin troppo brutale.
«Ogni quattro anni negli Usa arriva il circo e il nostro Paese si trova a un bivio, sospeso tra ansie e timori che a volte sono giustificati e a volte no. Ma mai come quest'anno c'è stato un candidato autoreferenziale come Trump e pieno di idee assurde su cui non abbiamo investito in passato e non investiremo ora».

POLITICA
Com'è stata possibile la candidatura di Trump? «Potrei chiedere a voi: com'è stato possibile che abbiate avuto Berlusconi?», replica Tom. «L'ignoranza è la malattia peggiore della società, può essere comprata, venduta e permette di rimanere al potere a quelli che la promuovono. Io sono solo un attore, non uno storico o un politologo, ma so che quando prevale l'ignoranza accadono cose brutte. La verità invece rende liberi».
Quanto al cinema, l'attore ha raccontato di non rivedere mai i suoi film: «Non cambiano, mentre io invecchio. Ma mi ritengo fortunato perché più dell'età conta la longevità artistica e io lavoro da tanti anni». Nella sua lunga carriera ha quasi sempre interpretato personaggi positivi, dalla forte moralità, mentre i ruoli negativi si contano sulle dita di una mano.
«Quando scelgo un personaggio, non penso mai alla sua moralità», spiega Hanks, «ad interessarmi sono le sue qualità umane e le dinamiche che si creano con gli altri. Inoltre i cattivi tendono ad essere degli archetipi e a me non piacerebbe interpretarli in modo scontato, magari digrignando i denti. Il mio aspetto, la mia faccia e la mia voce mi mettono al riparo da questo rischio. Vorrei tanto incutere timore, ma non ce la faccio». E giù una risata.
Tra il mestiere di attore e quello di produttore, che pratica con successo, preferisce il primo: «Quando interpreti un film hai tutti ai tuoi piedi, ma quando cerchi i soldi devi buttarti in ginocchio, implorare, prenderti le porte in faccia. Troppo faticoso: per fare Castaway ho impiegato sette anni».

NONNO
Hanks rivela poi qualche particolare sulla sua vita di nonno. «Ho due nipoti e adoro stare con loro a giocare e disegnare», racconta intenerito. «Olivia Jane e Charlotte non hanno la minima idea del mestiere che faccio, provo a convincerle che sono importante ma non mi credono. Per loro sono solo una voce del cartoon Toy Story...In questo momento, più che star qui a parlare della mia carriera, mi piacerebbe essere con le bambine: sono più divertenti di Fellini». Ha un sogno? «Vorrei tanto girare un film con Benigni. Insieme faremmo scintille».