Pascal Vicedomini: «Con “Felicità” porto la leggerezza nelle case degli italiani»

Pascal Vicedomini: «Con “Felicità” porto la leggerezza nelle case degli italiani»
di Ilaria Ravarino
3 Minuti di Lettura
Venerdì 28 Agosto 2020, 18:14
Dallo scorso 11 luglio, ogni sabato su Rai2 alle 10.15, Pascal Vicedomini è il padrone di casa di Felicità - La stagione delle buone notizie, un contenitore “di alleggerimento” con interviste, testimonianze e contributi pensato per il pubblico della mattina. Dopo aver aperto con successo nel segno di Al Bano, Vicedomini annuncia di voler dedicare un approfondimento anche a Fausto Leali, anticipando il tema delle prossime puntate : «La ripartenza. Ricominciando dal festival di Venezia».
Sei puntate su dieci: che bilancio fa del programma?

«Sono contento. Volevo portare un po’ di leggerezza. Le persone sono molto provate per una situazione che, purtroppo, non smette di evolversi».
Avrebbe preferito una collocazione diversa dalla mattina?

«No. Anzi, appena il direttore di Rai 2, Ludovico Di Meo, mi ha offerto quello spazio io ho intuito quale sarebbe stato il titolo giusto per un programma che sarebbe entrato nelle case degli italiani: Felicità, appunto».
Cosa funziona del programma?

«La tv del pianto e dell’informazione ce l’abbiamo già. Ci eravamo dimenticati dell’intrattenimento puro, quello che regala sorrisi che fanno bene alla salute. Ho sempre avuto un approccio garbato. C’è chi dice che strizzo l’occhio al pubblico, ma mi limito a essere molto sincero. E la gente apprezza».
Più vicino di ombrellone che conduttore: ci si rivede?

«Completamente. Quando ero piccolo mia mamma mi veniva a riacchiappare sotto agli ombrelloni degli altri. Diceva: “Scusate, speriamo diventi un ambasciatore”. Andavamo a Vietri sul Mare, nello stesso stabilimento della famiglia di Nanni Moretti.
Le nostre madri, entrambe professoresse, erano amiche
».
E Nanni?

«Lui non me lo ricordo».
Organizza festival, a Capri e a Ischia: che ne pensa della Mostra di Venezia?

«Con Ischia Global quest’estate sono stato il primo a organizzare un festival in presenza. È andato benissimo, anche se ero preoccupato e teso. Venezia ha poco in mano, e cerca di mettere in piedi qualcosa che non potrà mai essere al top come negli scorsi anni. Forse riproporre la sua formula classica non è stata una buona idea».
Il suo festival Capri, Hollywood a dicembre: può dirci qualcosa?
«Non ci sto ancora pensando. Troppo lontano. Preferisco vivere alla giornata».
Hollywood: che aria tira tra le star?

«Sono concentrati, attenti a non fare il passo oltre la gamba. Comprensibilmente, evitano di esporsi».
Una star che vorrebbe intervistare e non ha mai incontrato?

«Mi sarebbe piaciuto chiacchierare con Federico Fellini e Sergio Leone».
A fine anni Novanta era autore e conduttore con Giovanni Minoli. E poi?

«Nel 1998 ero fortissimo, poi ho rallentato. Mi hanno messo da parte. A me piace fare le cose per bene: se i miei tempi e le mie idee coincidono con quelle dei direttori di rete, allora sono felicissimo. Con Di Meo ci siamo presi bene, ci conosciamo da tanto. Abbiamo la stessa idea di contenuti di qualità».



 
© RIPRODUZIONE RISERVATA