Silvio e la “dacadancing” di corte: le prime scene del film “Loro” di Sorrentino

Silvio e la “dacadancing” di corte: le prime scene del film “Loro” di Sorrentino
di Mario Ajello
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Martedì 13 Marzo 2018, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 15:04

Le schiene nude, le feste, le luci e le ombre molto sorrentiniane, un'atmosfera da Grande Bellezza 2. Ecco il trailer, anzi il teaser, di «Loro»: il film di Paolo Sorrentino che è passato da The Young Pope al vecchio Silvio. Sono uscite ieri, otto giorni dopo il voto, le prime immagini di questa nuova pellicola. E tutti a cliccarle. Sorrentino è maestro delle frasi proverbiali - quante ne ha messe in bocca al pontefice Lenny Belardo e al dandy Jep Gambardella? - e in questo scambio di battute c'è tutta la morale, non moralistica, non banalmente anti-berlusconiana, del film. Una voce fuori campo (sembra essere quella di Fabrizio Bentivoglio, che fa la parte di un importante ministro azzurro con accento nordista) chiede al Cavaliere: «Ma tu che cosa ti aspettavi? Di poter essere l'uomo più ricco del Paese, fare il premier e che anche tutti ti amassero alla follia?». «Sì, io mi aspettavo proprio questo», risponde Silvio e la sua voce è perfettamente imitata dal protagonista, Toni Servillo. Sembra di stare, nel breve spezzone appena divulgato, negli ultimi giorni di Pompei, sia pure ambientati nelle residenze berlusconiane. C'è un party a bordo piscina. Tante ragazze che muovono le anche. Una schiena nuda, invitante. E le cubiste. Il tutto molto avvolgente, morbido e voluttuoso. Con un effetto assai sorrentiniano.

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L'AFFRESCO
«Loro» sono intorno a lui e Berlusconi, guarda, domina, padrone di una decadenza danzante, di una decadancing. Per un attimo, lo si vede in un contesto istituzionale, insieme al simil-presidente Napolitano. Un'altra inquadratura fa vedere sullo sfondo di un destino esistenziale le coppe vinte dal Presidente del Milan e altri suoi trofei. E si capisce da queste poche sequenze che non vuole essere un film politico, e tantomeno aspira a rientrare nel filone demonizzante o in quello satirico, e si propone invece come affresco antropologico su certa Italia e su una certa fase dell'Italia.
Chissà se il teaser, subito visionato da Berlusconi sul suo computer ad Arcore tranquillizzerà o confermerà nei suoi timori l'ex premier. Il quale comunque, sapendo che questo film farà molto parlare, da uomo di comunicazione sfrutterà la cosa per stare come sempre al centro della scena mediatico-politica. E ha già cominciato a farlo, quando il 17 ottobre 2017 ha detto in televisione: «Mi arrivano strane voci, mi auguro comunque che questo film non sia un'aggressione politica nei miei confronti». Non è certo questo l'intento sorrentiniano, e chi ha lavorato a quest'opera - che sarà presentata al festival di Cannes, per la gioia di certo radicalismo internazionale - assicura che a Berlusconi potrebbe piacere.
 



SUL LETTONE
In un altro frammento anticipato, occhio a Veronica Lario - la quale come svelato dal Messaggero ha accettato di incontrare il regista per questo film - in atteggiamento disperato dentro a una gabbia (l'attrice è Elena Sofia Ricci). Dudù, più batuffoloso dell'originale, troneggia invece, mollemente, sul lettone del Presidente. Il resto si vedrà. Intanto, sarebbe bellissimo immaginare - pur nell'ovvia e abissale differenza qualitativa e di genere tra i due prodotti - l'uscita in simultanea nelle sale e il confronto tra «Loro» e il film che Di Maio ha fatto girare su se stesso e sulla sua corsa alla premiership. S'intitola «Rally» e si chiuderà (è ancora in preparazione) con l'ingresso del leader 5 stelle a Palazzo Chigi. E, nel caso, non ci saranno «cene eleganti» anche perché Giggino, come si sa, s'è appena fidanzato.


 

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