Sul fronte degli incontri ravvicinati, oltre agli italiani Giuseppe Tornatore, Alba e Alice Rohrwacher, i direttori della fotografia Luciano Tovoli e Arnaldo Catinari, i montatori Esmeralda Calabria e Giogiò Franchini, troviamo da Martin Scorsese a Isabelle Huppert, da Cate Blanchett a Michael Moore (che presenterà il suo ultimo lavoro “Fahrenheit 11/9” su Donald Trump) e Sigourney Weaver.
Fanno l'ingresso alla manifestazione per la prima volta di due major con film in prima mondiale: l'episodio di “Millennium - Quello che non uccide” (con Claire Foy, annunciata sul red carpet) e “Mia e il leone bianco” di Gilles de Maistre.
Tra gli altri film da segnalare: “If Beale Street Could Talk” di Barry Jenkins (Oscar per “Moonlight”, passato a Roma nel 2016), “Quello che non uccide”, nuovo capitolo della saga Beautiful Boy con Steve Carell nei panni di un padre impegnato a salvare il figlio (Timothée Chalamet) dalla droga.
E ancora “The Old Man & the Gun”, ultimo lavoro di Robert Redford e, infine, la biopic “Stanlio e Ollio” interpretata da John C. Reilly e Steve Coogan (entrambi attesi a Roma).
Omaggi poi a Vittorio Taviani, Ermanno Olmi, Carlo Vanzina, Milos Forman e Vittorio Gassman anche con la proiezione del documentario di Fabrizio Corallo: “Sono Gassman! Vittorio re della commedia”. Tra i restauri da segnalare poi: “L'amore molesto” di Mario Martone, che terrà anche un incontro con il pubblico sul caso Elena Ferrante; “Italiani brava gente” di Giuseppe De Santis e un omaggio a Vittorio Taviani con “San Michele aveva un gallo”, presentato alla festa da Martin Scorsese che a sua volta riceverà il premio alla carriera dalle mani di Paolo Taviani.
Infine, previsto anche il restauro de “Il tempo si è fermato” per celebrare Ermanno Olmi e quello de “La grande guerra” di Mario Monicelli alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un'edizione, comunque, ricca di memoria, documentari, star e con un fil rouge nel segno del neo-noir.
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