Palinsesto pasquale in streaming per la Cineteca di Milano, tra le chicche il film “Christus” del 1916 con duemila comparse

"Christus"
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 22:07 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 17:04
Pasqua quest'anno più che al cinema possiamo passarla in cineteca, quella di Milano per l'esattezza, che ha messo insieme un ricco palinsesto in streaming per i prossimi giorni. Si comincia sabato 11 con l'Omaggio a Gillo Dorfles che continuerà domenica 19 aprile: due documentari per ricordare il grande critico, artista, filosofo e accademico che il 12 aprile avrebbe compiuto 110 anni. Il Programma family di Pasqua prende il via venerdì 10 aprile con Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola, le comiche di Polidor, nuovi episodi de Le avventure di Tofffsy e l'erba musicale. L'Anteprima family da domenica alle 10 a lunedì alle 18.30 prevede una proiezione-evento con il film candidato al Premio Oscar 2015 come Miglior film d'animazione La canzone del mare”. Il giorno di Pasqua la Cineteca presenta il primo film sulla vita di Gesù Cristo, Christus di Giulio Antomoro (1916) e un palinsesto dedicato alla festa sacra. Tra le anteprime di Pasquetta “Poesia senza fine” del regista visionario Jorodoswky, online dalle ore 10 del 13 aprile per 24 ore, e l'antologia sull'Italia degli anni Cinquanta della cineamatraice Marcella Pedone, “C'era una volta in Italia.” Per accedere al catalogo dei film occorre registrarsi e loggarsi tramite il sito www.cinetecamilano.it/biblioteca.

Christus” è una delle prime vere narrazioni organiche della vita e della morte di Gesù Cristo, dall'Annunciazione alla Resurrezione. Il film è diviso in tre parti chiamate "Misteri". La prima racconta la nascita e la prima infanzia di Gesù fino alla fuga in Egitto, la seconda illustra la vita pubblica di Gesù fino all'ingresso trionfale in Gerusalemme, la terza è a sua volta divisa in tre parti: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù. Il film è un pezzo di storia che riguarda il primo cinema italiano nel momento del suo massimo splendore. Dai costi altissimi e filmato interamente in Egitto - primo singolare evento di un film italiano non girato in patria - con almeno 2000 comparse, grandi movimenti di massa, ottime ricostruzioni sceniche (di Giulio Lombardozzi che nel 1946 curerà i set di Sciuscià di De Sica) e primordiali effetti speciali, che all'epoca entusiasmarono un pubblico abituato a ben altro. Tratto dal poema iconografico di Fausto Salvatori, allievo di Gabriele D'Annunzio, appositamente scritto per questo lavoro su pressione del regista, il Conte Giulio Antamoro - tra i più famosi direttori del periodo - il film usa la tecnica dell'immagine ricavata dalla tradizione artistica rinascimentale; quindi molte inquadrature prendono spunto da quadri di Leonardo, Michelangelo, Mantenga, Raffaello e altri; tra queste, notevole espressione è dettata dalle sequenze del Cenacolo e della Pietà. Il film è stato restaurato dalla Cineteca di Milano nel 1999.