Il regista Genovese: girare un film è un calvario nella Capitale ferita

Paolo Genovese (Anthology)
di Paolo Genovese
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Giovedì 3 Agosto 2017, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 20:01
Roma è una città grassa e con il trucco che le cola. Ecco, questo è il titolo che mi viene in mente per definire la Capitale. Con la pancia piena di auto, i sacchi di immondizia buttati ovunque, le bancarelle abusive. C'è un filo rosso che mi lega a Paolo Sorrentino col suo urletto di dolore per Roma ferita e alla tristezza di Carlo Verdone per il Pantheon ridotto a suq. Nel centro storico è così, e lo so bene perché ho lo studio a Campo de' Fiori, ma non bisogna dimenticare il semi-centro e le periferie.

Siamo tutti accomunati dallo stesso destino. Penso che Roma sia davvero la città più bella del mondo ed è incredibile vedere come sia così abbandonata. Il problema è che qui ci si preoccupa di proibire, di vietare, mentre il verbo giusto per implementare la città dovrebbe essere permettere.

Permettere che la città si sviluppi nel rispetto delle regole. Il tavolino abusivo va tolto, è facile toglierlo, ma bisogna trovare un modo per sedersi fuori a mangiare nel rispetto della legalità. È giusto non entrare con la macchina in centro, ma va trovata una circolazione alternativa. E il Tevere? Inutilizzabile, un peccato. Dire di no va anche bene, ma il passo successivo deve essere dire sì con un pensiero dietro. Ho l'impressione che invece qui abbiano tutti una visione a corto raggio, è terribile. Per questo dico che Roma è una città col trucco che le cola, perché non riesce più a vedere cosa c'è sotto, come se avesse gli occhiali appannati.

Bisogna invece essere umili e prendere esempio da chi fa le cose meglio di noi. Guardiamo Parigi, la Senna è utilizzata in maniera meravigliosa. Sono stato a Stoccolma di recente, la viabilità funziona che è una meraviglia, il verde viene rispettato, la città è vivibile. E senza essere esterofili a tutti i costi, io che mi divido tra Roma e Milano ho visto che lì negli ultimi dieci anni è cambiato tutto, la città ha fatto un lifting profondo, è diventata una vera capitale europea. Si è abbellita anche nella semi-periferia, la zona dietro Corso Como, ai Navigli con l'apertura della darsena, a Brera.

Io faccio un altro lavoro, sarei presuntuoso se volessi dare consigli, posso dire solo come mi piacerebbe che fosse. Vorrei vedere Roma agibile per tutti, vorrei che venisse fuori la sua bellezza dimenticata, quella che si vede nei film, quando dall'inquadratura riesci a togliere le macchine, la sporcizia, il degrado che ha fatto tribolare Carlo. Poi esci da quel rettangolo e trovi solo gli scarafaggi, sono loro che si godono la città.

Non voglio fare la solita lamentazione, anzi penso che possiamo permetterci di lamentarci solo se facciamo del nostro. La responsabilità non è solo della giunta e del sindaco, Roma in fondo sta così da almeno dieci anni, ma anche dei cittadini che non le vogliono abbastanza bene. Io giro molto e vedo che i parigini vogliono bene a Parigi, ma se lì nessuno butta le cartacce per terra non è per paura della multa, ma perché se senti la città tua, hai voglia di conservarla.

Per noi del cinema girare è difficile. Vai a New York, accendi l'iPhone e quello che inquadri è subito cinema, qui trovi i parcheggi abusivi con le macchine messe storte. È difficile per colpa della burocrazia, ma anche per i romani che si lamentano. Basterebbe ricordare che stiamo raccontando la loro città e la portiamo in giro per l'Italia e nel mondo. Quando ho girato Tutta colpa di Freud ero così orgoglioso di proiettarlo all'estero. Allora vorrei dire ai cittadini che a fronte dei pochi disagi che creiamo, il cinema fa bene a Roma, serve anche a incrementare il turismo.

Non parlo da cinematografaro, da cinquant'anni continuo a camminare col naso all'insù, chi gira per Roma non può non amarla. Diciamo che noi abbiamo la possibilità di fermarci, di cogliere i particolari e quindi soffriamo anche di più: d'altronde la raccontiamo con piccoli imbrogli, togliamo la spazzatura, eliminiamo il traffico e le parabole. Ma Roma dovrebbe essere bella per mia madre che va a fare la spesa, dovrebbe essere bella per tutti.
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