Oscar, il monologo di Chris Rock sulla "rivolta" degli afroamericani. E punzecchia Will Smith

Oscar, il monologo di Chris Rock sulla "rivolta" degli afroamericani. E punzecchia Will Smith
di Federica Macagnone
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 13:33
Lo attendevano tutti, in molti con preoccupazione. Chris Rock, uno dei pochi neri in una edizione di bianchi, ha detto la sua aprendo l'88esima notte degli Oscar, preceduta da una polemica che aveva infervorato Hollywood alla vigilia degli Academy Awards. Chris, attore e conduttore afroamericano, ha acceso il palco del Dolby Theatre aprendo la serata con un lungo monologo sulla protesta #OscarsSoWhite portata avanti da diversi attori di colore che si erano lamentati per la mancanza di candidature per gli afroamericani.

«Potremmo chiamare questa edizione White People Choice Awards, ma che senso ha boicottare? Se anch'io avessi deciso di boicottare vi sareste ritrovati Neil Patrick Harris per la seconda volta - ha detto Chris Rock aprendo la notte degli Oscar - Tutti mi dicevano di non andare, ma non ci sono già abbastanza disoccupati per sentirsi dire “non andare a lavorare?”.

Siamo qui per l'ottantottesima volta, significa che non ci sono state nomination per i neri almeno altre settantuno volte. È capitato negli anni '50, negli anni '60. Sono sicuro che anche in quegli anni non c'erano nomination per i neri, ma non protestavamo, e sapete perché? Perché all'epoca avevamo delle ragioni vere per scendere in piazza, questioni più importanti: venivamo picchiati, violentati e non ce ne fregava niente di sapere se il premio per la migliore fotografia sarebbe andato a un nero. Non ci interessava, quando c'erano persone che penzolavano appese a un albero».

Chris ha poi continuato il suo discorso citando quegli artisti che avevano imbastito la protesta e avevano caldeggiato il boicottaggio: «Spike Lee è impazzito, Will Smith e Jada Pinkett sono impazziti... Non è che boicottiamo Rihanna perché non ci ha invitati a entrare nei suoi pantaloni. E quello è un invito che io non boicotterei. E poi, Will Smith è stato pagato 20 milioni di dollari per girare Wild, Wild West e anche questo non mi pare tanto giusto, no? Comunque, quest'anno le cose saranno diverse: nel pacchetto “in memoriam” troveremo solo neri che sono stati uccisi da poliziotti mentre andavano al cinema».

Ma Chris, con un'ironia che è stata accolta dagli applausi della platea, non ha mancato l'occasione per parlare delle nomination di quest'anno invitando a guardare oltre: «Per quel che riguarda le nomination, se volete candidati neri dobbiamo creare delle categorie apposta per loro. Delle categorie “black”. Non c'è motivo di avere categorie per uomini e per donne, non c'è motivo di distinguere migliore attore e migliore attrice, non è come l'atletica, no? Tutti continuano a chiedersi se Hollywood è razzista, ma bisogna capire di che cosa parliamo quando parliamo di razzismo. Qui c'è un razzismo diverso, si manifesta quando ti dicono “sì, ci piaci... ma non sei abbastanza per noi".

Ma le cose stanno cambiando. Abbiamo un Rocky “black”, è Creed, io lo chiamo “il Rocky di colore”, è incredibile perché Rocky si svolge in un mondo in cui gli atleti bianchi sono bravi come i neri: è fantascienza! E comunque ci sono un sacco di attori che sono stati snobbati, penso al mio preferito, Paul Giamatti, o Jamie Foxx, uno dei migliori al mondo, in Ray è stato così bravo che ha tolto premi al vero Ray Charles, dissero che era inutile premiare quello vero perché tanto ne bastava uno... Non possiamo giudicare tutto in base al razzismo o al sessismo. Oggi a una donna non si può più chiedere nemmeno che cosa indossi, sennò è sessismo. Bisogna andare oltre, parlare d'altro, non fermarsi all'aspetto esteriore, no? E allora che cosa dire di Clooney che ha uno smoking grigio con una coda di struzzo che spunta da dietro? Non posso chiedergli “che ti sei messo?”».

Le proteste all'insegna dell'#OscarsSoWhite sono continuate anche in concomitanza con l'appuntamento più atteso del mondo del cinema: il reverendo afroamericano Al Sharpton ha guidato una manifestazione contro gli Oscar bianchi a poca distanza dal Dolby Theater. Con in mano una statuetta simil Oscar dipinta di bianco ha tenuto un sermone a favore dell'inclusione della diversità di fronte ad un gruppo di attivisti.
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