Innanzitutto, perché ha girato “In fondo al bosco”?
“Mi piaceva molto l’idea di interpretare un thriller e questa sceneggiatura mi è sembrata mozzafiato. Nel film, mio figlio piccolo scompare durante la notte dei Krampus, una festa tradizionale dei paesi alpini. Qualche anno dopo ricompare, ma insieme con lui affiorano delle verità ultra-inquietanti che riguardano la mia famiglia. Tensione e colpi di scena sono assicurati”.
Nella vita ha due figli: questo fatto ha influito sulla sua recitazione?
“Non nascondo aver avuto un coinvolgimento emotivo forte e ho cercato di non collegare la finzione alla realtà”.
I suoi ultimi film per il cinema, “E la chiamano estate” e “Acab”, sono del 2012. Da allora in poi ha fatto molta tv, perché?
“Perché ho avuto la possibilità di interpretare delle serie di alta qualità, come “Ris”, che mi hanno fatto innamorare. Ma non ho mai smesso di amare il cinema: spero che non diventi uno spettacolo di élite, come l’opera”.
Si sente parte del nuovo star system italiano?
“Non so se esiste. Di sicuro mi piace il lavoro di squadra, come quello che c’è stato sul set di “In fondo al bosco”: dal regista alla troupe erano tutti giovanissimi. Con i miei 44 anni, mi sono sentito il vecchio della situazione!”.
Cosa farà?
“A parte il teatro, a gennaio girerò per Canale 5 la serie “Romanzo siciliano” insieme con Fabrizio Bentivoglio e Claudia Pandolfi. E subito dopo ne farò un’altra: House Husband, una commedia”.
Che ruolo avrà?
“Sarò un marito che manda avanti la famiglia mentre la moglie fa carriera. Non vedo l’ora di cominciare”.
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