Naomi Watts dal Toronto International Film Festival: «Salvata da una gazza in Penguin Bloom»

Naomi Watts e Penguin Bloom
di Eva Carducci
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Martedì 15 Settembre 2020, 12:00
Un’edizione atipica quella del Toronto International Film Festival, in larga scala virtuale con proiezioni in presenza in alcuni selezionati cinema, e un drive-in, della città canadese. Un forte segnale di speranza per un’industria, quella cinematografica, ancora in panne a causa della pandemia. E proprio perché l’emergenza è ancora lontana dall’essere rientrata, il Festival ha deciso di non fermarsi, ma di svolgere le proprie attività in totale sicurezza, in attesa di una vera, e effettiva, ripartenza. 

Tra i film selezionati, in un concorso in cui l’unico giudice è il pubblico, anche Pengiun Bloom, di cui Naomi Watts è protagonista. «Sono in quarantena, a pochi chilometri da Toronto» racconta in collegamento da una stanza d’albergo l’attrice inglese, 51 anni, iconica per il suo ruoli in Mulholland Drive di David Lynch, 21 Grammi e The Impossible:  «La prossima settimana torno a girare su un set, dopo mesi di isolamento e telefonate», e dopo un progetto cancellato dalla HBO, quello della serie prequel de Il Trono di Spade, che sarebbe dovuta uscire nel corso del 2020. 

Pengiun Bloom racconta la vera storia di Sam Bloom, mamma australiana di tre figli, che a causa di un incidente in Thailandia perde l’uso delle gambe, e fa fatica a accettare la sua nuova vita. A salvarla dalla sua lotta contro la depressione un aiuto inaspettato, quello di una gazza in difficoltà, che la famiglia adotta, e chiama Penguin: «C’è una cosa che ti dicono sempre di non fare come attore, lavorare con animali e con bambini, perché nessuno guarderà più la tua interpretazione. In Penguin Bloom ho lavorato con tre bambini e una gazza. Direi che seguo sempre gli insegnamenti che mi danno». Sorride sarcastico Andrew Lincoln, che nel film interpreta Cameron, il marito di Sam e co-autore del libro da cui il film è tratto.  46 anni e una vita a rimpiangere (forse) i ruoli che lo hanno reso celebre, come quello di Love Actually, in cui dichiarava il suo amore a Keira Knightley con cartelli scritti a penna. Camicia jeans e barba bianca, mentre è in collegamento via zoom facciamo fatica a non chiamarlo Rick Grimes, il ruolo che ha cucito addosso dopo quasi dieci anni di The Walking Dead, la serie tv che racconta il mondo dopo l’arrivo degli zombie, e che l’attore ha abbandonato per la lontananza di Atlanta, set della serie, dalla sua famiglia in Inghilterra. Un abbandono arrivato poco prima di volare in Australia, con moglie e figli a seguito, per girare Penguin Bloom, il suo primo film dal 2010. 

Tornando alla gazza anche Naomi Watts era nervosa all’idea di lavorare con un volatile: «Ero preoccupata, il regista mi ha detto che voleva usare gli animali e limitare il più possibile l’utilizzo della tecnologia. Per questo abbiamo lavorato con undici gazze diverse, che raccontano le varie età di Penguin nel corso della storia» e anche l’inizio non è stato dei più felici: «Il primo giorno di riprese ho avvertito una tiepida e strana sensazione sul viso, fino alla bocca. Una delle gazze aveva deciso di inaugurare così l’inizio di questa avventura, lasciando un ricordino sulla mia faccia».

In collegamento con gli attori anche i veri protagonisti della storia, la famiglia Bloom.
Il viso dei coniugi mostra i segni delle sofferenze e la solidità del loro legame, ma anche la freddezza che comporta aver vissuto un’esperienza così traumatica. Penguin Bloom racconta anche questo, l’avere le ali ma non poter volare, provare a ricostruire un rapporto con i propri figli prendendosi cura di un essere ancora più fragile. Un simbolismo non velato, ma funzionale. «Mi piace raccontare questa sfumatura dell’amore, quello in cui devi prenderti cura dell’altro» racconta Andrew Linclon: «Come Cameron si è preso cura della moglie anche a mio nonno è successa una cosa simile, e non capita mai di vedere questa transizione del rapporto di coppia in un film. Sono un inguaribile romantico, se non lottiamo per questo, per cosa allora?». 

Il film arriverà nel 2021 al cinema in Australia, mentre non ha ancora una distribuzione in Italia.
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