ntervistato da Pontiggia, il regista spiega quell’eccezionalità: «Se a chi ha giornali, quotidiani, settimanali, radio, tre reti tv viene permesso di presentarsi alle elezioni politiche, cosa che in altri paesi democratici non viene fatta, è come se facessimo la gara dei 100 metri partendo venti metri più avanti. Viceversa, oggi la destra italiana fa il suo mestiere di destra, in alcune misure anche di estrema destra, il problema è che la sinistra italiana dovrebbe fare il suo mestiere. Non è solo quanto sono poco progressisti, quanto sono poco di sinistra, ma anche quanto sono poco capaci».
Moretti parla anche del suo prossimo lungometraggio, che per la prima volta in carriera adatterà da un romanzo, “Tre piani” dell’israeliano Eshkol Nevo: «Quando avevo 20 anni mi sarebbe piaciuto fare un film, ma sarebbe stato piuttosto costoso, da “La cospirazione” di Paul Nizan. Dopo “Mia madre” ho lavorato a due soggetti con Federica Pontremoli e Valia Santella, a un certo punto Federica mi ha fatto leggere “Tre piani”, l’ho subito amato, e ho avuto voglia di farne un film. Iniziamo a girare a fine febbraio».
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