Montparnasse: un'isterica, furiosa, adorabile rossa

Montparnasse: un'isterica, furiosa, adorabile rossa
di Francesco Alò
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Lunedì 28 Maggio 2018, 22:05
Chi è quella donna isterica dai capelli rossi che prende a testate di notte la porta di un appartamento parigino? In questo modo si procurerà un'enorme cicatrice sulla fronte. «Anche a un cane puzzolente si apre la porta, no?», la sentiremo urlare all'ex fidanzato che l'ha cacciata di casa. Si chiama Paula ed è stata per 10 anni la musa del compagno fotografo, ora stanco di lei. 

Di questa signora furiosa inizialmente vediamo solo una reazione a muso duro. Lexomil, antidolorifici e ricovero coatto in ospedale. Poi, con dolce costanza, scopriremo anche che è spiritosa (sa imitare le acconciature della scomparsa Amy Winehouse facendo ridere un infermiere), sa ballare divinamente, ha una madre con cui non parla da anni ed è capace di entrare con facilità in confidenza con gli altri, sia che si tratti di un placido agente di sicurezza di un centro commerciale («Mi ricordi una scimmietta selvaggia», le dirà lui per farle un complimento) o di una ex compagna di classe delle elementari incontrata per caso in metropolitana dopo tanto tempo (ma sarà vero?). 

L'opera prima di Léonor Serraille ha fatto furore a Cannes 2017, dove ha vinto la Caméra d'or per il miglior debutto, grazie alla prova martellante progressivamente a togliere (parte hard rock e finisce swing) di una formidabile Laetitia Dosch (nominata giustamente al César), capace di interpretare le tante facce della scatenata Paula nel corso di giorni passati a girovagare per Parigi in cerca di un nuovo equilibrio. Visiterà banchi dei pegni, case di amici, si intrufolerà nella casa dov'era bambina (con la madre che la insegue urlando mentre lei abbraccia spasmodicamente le balaustre in legno; momento sublime), farà l'amore e, forse, chiuderà il percorso guardando in faccia l'uomo che la lasciò, addirittura con la possibilità di ribaltare la situazione iniziale. 

Raramente abbiamo la fortuna di incontrare un personaggio femminile così complesso e complicato, sgradevole o simpaticissimo a seconda di impercettibili dettagli attorno alla sua caotica persona. È al centro di un film realizzato integralmente da donne che non può non ricordare il primo cinema di Nanni Moretti quando il suo alter ego Michele Apicella viaggiava di situazione in situazione come una tempesta ambulante di malumore e sarcasmo. Splendido finale. È solo in una delle ultime inquadrature che scorgiamo qualcosa sul viso di Paula che non avevamo mai colto, concentrati su altro. Da vedere. 

Montparnasse
Commedia, 97'
Voto: 3/5
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