Miriam Leone: «Amo l'autoironia perché gli attori sono mitomani»

Miriam Leone: «Amo l'autoironia perché gli attori sono mitomani»
di Gloria Satta
4 Minuti di Lettura
Domenica 3 Ottobre 2021, 08:41

Lui, Diego, fa il cuoco, ha scatti d'ira incontrollabili, difficoltà di linguaggio, una famiglia che l'ha emarginato. Lei, Clara, è una bugiarda patologica, incapace di tenere a freno le pulsioni e millanta di essere attrice. S'incontrano in un centro per malattie mentali e insieme danno vita al progetto impossibile di aprire un ristorante. Per scoprire che anche tra due disturbati come loro può sbocciare l'amore. Lui è Stefano Accorsi, lei Miriam Leone in Marilyn ha gli occhi neri, commedia sul disagio mentale diretta da Simone Godano. Il film, che ha chiuso il BiF&st di Bari e sarà in sala il 14 ottobre con 01, conferma il talento naturale e mai sopra le righe di Miriam, 36 anni, catanese, ex Miss Italia oggi attrice tra le più versatili e richieste. E star di Instagram con un milione e 400mila follower: con loro, in attesa dell'uscita di Diabolik dei Manetti Bros (16 dicembre) in cui fa Eva Kant, ha condiviso i momenti più emozionanti del suo matrimonio con il manager siciliano Paolo Carullo celebrato solennemente due settimane fa a Scicli (Ragusa).

Interpretare una persona mentalmente disturbata comporta il rischio di cadere nello stereotipo: cosa l'ha convinta a correrlo?
«La forza della sceneggiatura che descrive il mio personaggio come una disperata, sempre pronta ad auto-sabotarsi ma anche a mettersi in gioco in nome dell'empatia che prova per gli altri.

Inoltre, cosa che non guasta, il film prende in giro la mitomania che caratterizza il nostro mestiere di attori».

E come si sfugge alla mitomania?
«Con l'ironia, l'arma migliore per tenere la giusta distanza dalla realtà. Io ho la fortuna di essere circondata da persone che non si prendono sul serio e non permettono a me di montarmi la testa».

Essere spiccatamente autoironica l'ha aiutata nella vita?
«Mi ha insegnato a crescere e superare il dolore. A volte il disincanto è una maschera che nasconde la mia timidezza, ma è soprattutto una propulsione in avanti che mi spinge a voler imparare sempre di più mettendoci impegno, studio, passione. E a sentirmi ogni volta al punto di partenza».

È cambiato qualcosa per lei dopo il matrimonio?
«È come se sposarsi in chiesa avesse aggiunto qualcosa al nostro amore, già grande. Mi sono inoltre trasferita da Roma a Milano, già prima della pandemia, ritrovando la città in cui avevo lavorato nella moda e come conduttrice delle Iene. Roma rimane nel mio cuore, ma abitare lontano dall'epicentro del cinema mi permette di tenere la giusta distanza dal mio mestiere».

Bellissima, ex Miss Italia: ha dovuto superare molti pregiudizi prima di essere presa sul serio come attrice?
«Lo so, rischio di venire insultata quando lo dico, ma non mi sono mai vista bella. E non mi sogno di rinnegare Miss Italia: quella corona ha rappresentato la mia emancipazione di ragazza di provincia che ha fatto strada. I pregiudizi li ho smantellati con dolcezza e gentilezza. E per i miei successi oggi dico grazie a me stessa».

Le donne hanno conquistato finalmente spazio e rispetto?
«Le cose stanno cambiando in meglio e vedo un attivismo positivo, figlio dell'impegno delle coraggiose pioniere di tanti anni fa. È giusto continuare la lotta ma senza prendersela con nessuno. Non creiamoci nemici, scopriamo piuttosto la solidarietà».

È mai stata vittima di discriminazioni?
«Giorni fa venivo intervistata in coppia con un collega che il giornalista chiamava con il suo nome mentre si rivolgeva a me senza nominarmi. Questo atteggiamento è il frutto di una cultura che stenta ancora a riconoscere la parità tra i sessi».

Che effetto le ha fatto interpretare Eva Kant?
«Eva è un personaggio-icona che sono stata felicissima di incarnare accanto a Luca Marinelli-Diabolik. Sono grata ai Manetti Bros, non vedo l'ora che il film esca».

Cosa è rimasto della Sicilia nella sua vita?
«I profumi, i sapori, la semplicità nel contatto con le prsone. Ogni volta che torno nell'isola mi riconnetto con la natura e con le mie origini. Ed è fantastico».

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