Mark Ruffalo, sex symbol suo malgrado: «Volevo essere Marlon Brando, invece faccio il ragù»

Mark Ruffalo tra i fans al festival di Giffoni Valle Piana (foto La Presse)
di Francesco Alò
4 Minuti di Lettura
Sabato 18 Luglio 2015, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 20:39
E' arrivato l'Incredibile Hulk a Giffoni ed è subito delirio.

Lui non sembra affatto un gigante verde di rabbia bensì un uomo pacato, non troppo alto, dalla voce gentile. E' il sex symbol femminile che piace anche agli uomini e fa impazzire di gioia i bambini. Il due volte candidato al premio Oscar Mark Ruffalo si è raccontato a tutto tondo al Giffoni Film Festival 2015.



Questo è un Festival dedicato all'infanzia. Com'era lei da bambino?



Ribelle e spericolato. Mi arrampicavo sugli alberi e non vedevo tanti film.



Che cosa conserva delle sue origini italiane?



La mia famiglia è negli Stati Uniti da tante generazioni ma chiaramente l'origine italiana l'ho sempre sentita sulla mia pelle. Vedevo mia nonna che cucinava e grazie a lei ho imparato a fare la parmigiana, le polpette e il ragù che deve cuocere tre giorni a fuoco lento. Quelle abitudini mi hanno formato. E devo dire che imparare a cucinare mi ha aiutato molto anche con le donne. Quando ero giovane, un uomo che cucinava aveva grande successo. Non sono mai stato consapevole della mia italianità fino a quando non sono venuto qui da voi per la prima volta e mi sono accorto di non essere un brutto anatroccolo negli Stati Uniti ma un cigno in mezzo a cigni italiani. Conosco molto bene anche le vostre parolacce.



E la scintilla della recitazione quando scoccò?



Marlon Brando in Un che si chiama desiderio di Elia Kazan. Lo vidi a 7 anni e urlai a mia nonna: “Voglio essere come lui!”. Mia nonna ogni tanto mi portava giù con lei a vedere la televisione mentre i miei fratelli dormivano. E' in una di quelle serate che Brando mi fulminò.



Altri punti di riferimento?



Jerry Lewis mi faceva morire dalle risate. L'ho copiato molto per alcune performance comiche. Un altro punto di riferimento è Buster Keaton, ovviamente. E anche il vostro Marcello Mastroianni, un vero e proprio eroe per me. Bello, diabolico, triste, divertente, ordinario... Mastroianni era in grado di essere tutto questo. Ho sempre cercato di imitarlo.



Il suo prossimo film Spotlight si presenta come una pellicola da Oscar. Ce ne vuole parlare?



Sarà un dramma adulto ambientato dentro il quotidiano Boston Globe dove un gruppo di reporter decide di indagare sull'ambiente della Chiesa Cattolica per via di possibili abusi su minori. Sarà una pellicola che farà parlare di sé. Racconterà non solo l'ipocrisia della Chiesa ma anche la censura presente nel giornalismo moderno. E' tratto dal vero scandalo che coinvolse tanti preti in Massachusetts nel 2002 e che vide alcuni giornalisti del Boston Globe svolgere un'indagine da Pulitzer. Io interpreto il reporter che decide per primo di lavorare a un caso così scottante. Il regista è il bravissimo Tom McCarthy de L'ospite inatteso.



Quale supereroe sognava di essere da bambino?



Hulk! E poi dopo... Wolverine degli X-Men. Purtroppo per Wolverine... mi sembra che abbiano già scelto un attore, anche molto bravo (si riferisce ironicamente al veterano dei film Marvel Hugh Jackman, N.d.R.)



Parliamo di Foxcatcher che la portò alla sua seconda nomination Oscar. Come lavorò con Channing Tatum?



Abbiamo lottato... letteralmente. Dovevamo essere due campioni di lotta libera. Siamo entrambi molto competitivi ma Channing... è decisamente più grosso di me. Ci siamo allenati insieme per 7 mesi. E' stato massacrante. Questo ha creato un legame molto stretto.



Ci racconta come fu scelto per interpretare l'Incredibile Hulk?



Mi chiamarono di sera e mi dissero che se avessi trovato una macchina ad aspettarmi alle 5 del mattino sotto casa, voleva dire che mi avrebbero affidato la parte. Se alle 5 non l'avessi trovata... potevo tranquillamente tornare a dormire. Arrivarono le 5... e la macchina effettivamente era proprio lì sotto!



In Avengers: Age of Ultron la vediamo avere una sorta di storia d'amore con la Vedova Nera di Scarlet Johansson. Ci sarà uno sviluppo di questa love story?



Prima di tutto bisogna chiarire che nei film spesso si prendono delle libertà rispetto ai fumetti. La Marvel lo fa di proposito per dare qualche sorpresa allo spettatore. La chimica tra Bruce Banner e Vedova Nera fu qualcosa che nacque per caso durante il primo film Avengers del 2012. Decidemmo insieme di enfatizzarla e questo fa capire quanta libertà drammaturgica ci possa essere anche dentro un kolossal costoso tratto dai fumetti.



E dopo il successone di Avengers: Age of Ultron tornerà ad indossare i muscoli verdi dell'Incredibile Hulk della Marvel?



Non lo so. Ci sono già stati due Hulk prima di me in questi ultimi anni (si riferisce ai tentativi falliti con Eric Bana ed Edward Norton, N.d.R.) e chissà che non mi sostituiscano anche a me per un prossimo film. Magari in futuro mi chiederanno di interpretare un Hulk vecchio e grasso. Chi lo sa?
© RIPRODUZIONE RISERVATA