Luca Argentero e la sua onlus: «Per la solidarietà basta "1caffè"»

Luca Argentero e la sua onlus: «Per la solidarietà basta "1caffè"»
di Mario Benedetto
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Giovedì 24 Gennaio 2019, 22:23
Solidarietà. Un tema che con l’aumentare di situazioni di disagio e difficoltà diventa sempre più ricorrente e significativo. Nonostante in qualsiasi contesto sociale e nel corso di qualunque fase storica ci sia di fatto sempre qualcuno che ha più bisogno di noi e al quale possiamo dedicare un pensiero o un gesto, anche semplicissimo.

È da questa considerazione che parte la chiacchierata su “1caffè”, l’organizzazione senza scopo di lucro nata da un gruppo di amici a Torino e oggi diventata, per loro e per tanti altri, un’azione quotidiana. Un gruppo di amici tra cui c’è Luca Argentero. Oggi è formalmente Vice Presidente della onlus e nella pratica, grazie alla sua notorietà di personaggio pubblico, si fa portatore dei suoi messaggi. Ed è proprio Argentero a raccontarci così la nascita dell’idea e l’avvio della sua attività: «Un giorno, parlando tra amici come di consueto, ci siamo fatti una semplice domanda: come possiamo restituire un po’ di fortuna che ognuno di noi ha avuto nei rispettivi ambiti di lavoro e nelle proprie vite? Da qui l’idea di dare vita a qualcosa di semplice ma che ambisse a diventare duraturo e per così dire automatico, parte della vita di tutti. Nasce così questa esperienza e nasce così il suo nome, precisamente dal “caffè sospeso”, la tradizione napoletana che tutti conosciamo».

In effetti, a ben pensarci il “caffè sospeso” è un gesto semplice ma ricco di significato: lasciare un qualcosa, anche si semplice, a favore di uno sconosciuto. Donare senza sapere a beneficio di chi e senza l’idea di avere nulla in cambio. Un gesto che identifica una terra vivace e generosa, che da quella di Napoli può essere esteso ad identificare tutte quelle del nostro Paese, fatto di persone “altruiste e generose”. Ce lo conferma Luca proprio nel momento in cui gli chiediamo: che tipo di riscontri hai dalle persone quando parli di solidarietà?

«Ho trovato davvero tante persone disponibili ad aiutare il prossimo. Tengo molto a dirlo perchè sono convinto che l’Italia sia davvero un Paese di gente meravigliosa, pronta a donare, a dimostrare tutta la sua generosità nei confronti di chi ne ha bisogno. È un aspetto che ho notato sistematicamente e che terrei venisse riconosciuto a tutti noi italiani. Per questo sono fiducioso che la solidarietà possa diventare una vera e propria abitudine, proprio come prendere un caffè. Un qualcosa, quindi, che esista a prescindere dalle emergenze. Siamo spesso abituarci a muoverci e mobilitarci nel momento in cui un fato nuovo o inaspettato o renda necessario. Vorrei invece che il pensiero di poter essere utili e presenti esista a prescindere da cosa succederà o dal sapere a chi questo pensiero è rivolto. Che sia parte della nostra vita di tutti i giorni così come siamo abituati ad andare regolarmente al bar».

Arrivando alla pratica, come opera ed a chi è diretta l’attività di 1caffè?
«Prima di tutto premetto che ho voluto dare vita ad una mia realtà che possa aiutare le associazioni più piccole pensando di poter essere più utile a loro piuttosto che ad altre più grandi ed affermate. Ad oggi abbiamo aiutato oltre 14.000 piccole associazioni, negli ambiti più disparati. Inizialmente le conoscevamo tramite primi contatti diretti, oggi riceviamo tante candidature che sono visionate ed analizzate da un Comitato scientifico. Essendo aumentate sia le richieste che il volume delle attività teniamo chiaramente a fare un lavoro che sia ben supervisionato e trasparente. Devo dire che, in questo senso, il terzo settore mi sembra ben considerato e che ci siano leggi sicure a regolarlo, com’è giusto che sia dato che si parla di un ambito così delicato dove ci si attiva per buone cause, che tali devono essere e rivelarsi fino all’aiuto che arrivi destinatario finale».

Guardando da qui a 10 anni come immagini questa realtà e cosa pensi potrà aver realizzato?
«Il mio obiettivo è primario è proprio quello di fare della solidarietà un’abitudine quotidiana. Spero poi in futuro di poter estendere al massimo ed in modo capillare una forte rete di realtà e persone solidali. Per citarti un obiettivo preciso vorrei portare in ogni città d’Italia un “campo base”: un nome preso dall’alpinismo con cui identifichiamo una sede operativa della onlus, dove cerchiamo di far incontrare “domanda ed offerta della solidarietà”, bisognosi con professionisti di ogni settore pronti a dedicare loro un po’ di tempo. Il primo campo è già attivo a Torino ed il prossimo sta per nascere a Brescia. Approfitto per dare un’altra novità di quest’anno, la family card con la quale si possono donare direttamente 52 caffè: non ci sono così scuse di tempo per essere solidali in un’unica soluzione invece che ogni settimana».

Chi volesse conoscervi e contattarvi?
«Può trovarci online. A parte i “campi base” siamo interamente e fieramente digitali».
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