"Le avventure del lupo", Stefano Benni si racconta in un docufilm

Stefano Benni
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Lunedì 22 Ottobre 2018, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 18:01

L’immaginazione e le tappe del suo viaggio in Italia (e non solo), i ricordi e gli amici, i libri letti e scritti, il teatro, la famiglia, i lettori, la musica, gli animali veri e immaginari nelle sue pagine. Benvenuti nel mondo di Stefano 
Benni, che per la prima volta si racconta nel documentario "Le avventure del lupo - La storia quasi vera di Stefano Benni" di Enza Negroni, che debutta al Maxxi nella sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma. Dopo il percorso cinematografico, il film non fiction continuerà uscirà in dvd per Feltrinelli Real Cinema e sarà poi messo in onda su LaEffe. Arricchito dalle animazioni di Luca Ralli e le musiche di Umberto Petrin Niclas 
Benni e Fausto Mesolella, il film diventa una jam session di memorie, conversazioni e riflessioni, a cui partecipano, con  Benni, fra gli altri, Daniel Pennac, Ambra Angiolini, Alessandro Baricco, Dacia D’Acunto, Giulia Tagliavia, Angela Finocchiaro e Lucia Poli.
 



Raccontare Stefano Benni, in un documentario, significa fare un viaggio nella sua letteratura, nel suo teatro, nella sua musica - spiega la regista nelle note di produzione -. Significa anche fare un percorso di quarant’anni, attraverso l’Italia e le sue trasformazioni, che la sua penna ha saputo raccontare, con arguta maestria». Raccontare «la sua scrittura poliedrica attraverso la sua voce e quella dei suoi amici, è stata una sfida intrigante che mi ha permesso di avvicinarmi al suo mondo. La scelta di affiancare quattro episodi d’animazione realizzati da Luca Ralli, a integrazione con il cinema del reale, ha voluto completare il suo mondo immaginario che caratterizza la sua letteratura». Da bambino «io non sognavo di fare lo scrittore; volevo fare il giocatore di calcio o il pianista o il pescatore. E poi sono arrivate le storie, mi hanno trovato, ho cominciato a ascoltarle - dice 
Benni nel testo scritto per il documentario -. Quando sono cresciuto, alcune persone, care, preziose, mi hanno aiutato. Hanno detto »dai, tu hai un piccolo talento per raccontare le storie, fallo, impegnati, riscrivi, sei capace!«. Ma c’è voluto molto tempo perché mi convincessi, ma una volta che ho cominciato non ho smesso più.
E quando mi sembra di non avere più ispirazione ci sono dei posti magici dove le storie escono dalla terra, dai volti della gente, dai respiri, ti cercano. Come fai a non ascoltare?».

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